È stata aperta a Torino un'inchiesta contro alcune macchine con pezzi in amianto, sostanza che, se liberata nell'aria e respirata, può essere molto nociva per la salute.

Per questo motivo in Italia la distruzione di strutture contenenti amianto deve essere fatta esclusivamente da professionisti certificati. Ma non tutti i Paesi hanno le stesse normative: per questo motivo, per tutela del nostro Paese, nel 1992 è stata approvata una legge che proibisce l'importazione di prodotti contenenti amianto.

Il pm Raffaele Guariniello ha accusato l'azienda automobilistica "Great Wall Motors" proprio di aver violato questa legge.

I modelli incriminati sono la Steed, la Hover numero 1 versione autocarro, la Hover 5 versione vettura, e la Steed 5 D. Molte di queste macchine sono prodotte in Bulgaria e poi esportate. Le guarnizioni delle linee di scarico di questi modelli conterrebbero secondo l'accusa amianto. Pare che la GWM abbia già provveduto ad ordinare il ritiro di alcune macchine. Certamente è fondamentale che la distruzione delle guarnizioni avvenga con procedure controllate e sicure per quanto concerne lo smaltimento dell'amianto.

In Italia qualche anno fa la GWM voleva commercializzare la Peri, una sorta di Panda: la Fiat fece causa e ottenne il blocco dell'importazione. Per il momento quindi possiamo dire che la situazione in Italia è sotto controllo.

L'inchiesta comunque è ancora in fase preliminare quindi è presto per creare allarmismi. Ma questa notizia riporta l'attenzione sui rischi legati ai prodotti cinesi.

Molte volte se ne parla in merito alla sicurezza dei giocattoli o dei fuochi d'artificio, della tossicità dei cosmetici e delle materie prime usate per i capi di abbigliamento o anche per le regole igieniche nel settore alimentare (vedi lo scandalo del c.d.

olio di fogna usato per friggere nei ristoranti o i numerosi casi di sequestri nei ristoranti cinesi). I prodotti made in China ci allettano con un prezzo veramente concorrenziali ma non dobbiamo mai sottovalutare che la normativa in tema di sicurezza delle materie prime è molto meno restrittiva che nel nostro Paese.