Recenti stime epidemiologiche indicano che negli ultimi 20 anni i soggetti allergici sono aumentati notevolmente tanto che oggi circa il 25 per cento della popolazione italiana soffre di rinite allergica e il 7 per cento di asma bronchiale. Spesso però i sintomi nasali o polmonari non vengono riconosciuti per la loro natura allergica e vengono scambiati da chi ne soffre per disturbi stagionali quali raffreddore, bronchite, influenza, ecc. Ciò comporta un prevalente ricorso alle cure fai da te con il risultato che spesso da una semplice rinite si passa a complicanze più serie quali cefalea, otite, sinusite, e asma bronchiale.

Le forme allergiche primaverili sono dovute ai pollini di piante anemofile (che rimangono sospesi nell'aria e vengono trasportati dal vento ): betulle, conifere, olivo, graminacee, parietaria, ecc., mentre non risulta essere allergizzante il polline delle piante con fiori.

I sintomi nasali sono il prurito, gli starnuti, lo scolo di muco e la congestione nasale; quest'ultima, obbligando il paziente a respirare con la bocca, lo predispone a complicanze polmonari quali tosse e difficoltà respiratoria.

Quando il paziente con pollinosi si rivolge al medico di famiglia, questi, diagnosticata la rinite, gli consiglia di consultare l'allergologo per conoscere la causa scatenante del sintomo. I test allergologici cutanei sono i test di screening, i cui risultati vanno confermati dai test quantitativi (IgE totali e specifiche) ed integrati con l'esame citologico del secreto nasale.

La terapia farmacologica per la rinite allergica si avvale di farmaci che mirano a contrastare i sintomi (antistaminici per starnuti e rinite e broncodilatatori a breve durata d'azione per l'asma bronchiale). L'unico trattamento che può portare alla guarigione dall'allergia è l'immunoterapia specifica (ITS), l'unica terapia allergene mirata, in quanto agisce sui meccanismi biologici che causano la rinite.