Non si arresta la preoccupazione relativa al virus Ebola: dopo le rassicurazioni degli scorsi giorni e la nota del Ministero della Salute, con cui sono state rese note la procedura per il controllo degli ingressi sul territorio nazionale, la psicosi sta continuando a diffondersi. Ma quali sono i rischi reali per l'Italia? Quali sono le zone più a rischio? Quali le accortezze da seguire per evitare il contagio? Andiamo a vedere nel dettaglio le ultime notizie e i sintomi che possono allarmare.

Virus Ebola: rischi per Lampedusa? 

Come specificato negli scorsi giorni, la luce dei riflettori in merito alla possibile diffusione del virus Ebola è concentrata sull'isola di Lampedusa: gli sbarchi ci sono ancora, anche se si tratta di persone provenienti dalla Libia, zona in cui il contagio non si è propagato.

L'origine dell'infezione è infatti la Guinea, paese ove da una settimana si sono registrati ben 151 casi con 95 decessi. La preoccupazione cresce guardando la via che il virus sta seguendo: Sierra Leona, Mali e Liberia e la zona centrale dell'Africa e come attestato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità c'è, seppur basso, il rischio di diffusione internazionale. In questo senso i rischi maggiori li corrono i Paesi con un alto tasso di emigrazione africana, Francia su tutti.

Ebola: i sintomi del virus

Il tempo di incubazione della malattia, la cui trasmissione avviene per lo più attraverso il sangue o secrezioni, è stimato da un minimo di due giorni ad un massimo di 21 ma può arrivare anche oltre i 40 giorni per contagi derivanti da rapporti sessuali. I sintomi più rilevanti sono un forte mal di testa, accompagnato da dolori muscolari e senso di stanchezza, a cui vanno associati vomito, diarrea con feci scure e sanguinolente e congiuntivite.