Dopo che nello scorso aprile la McDonald's svizzera ha pubblicato la lista degli ingredienti contenuti nei suoi cibi, ci si interroga sulla sua veridicità e se quel tipo di sostanze siano presenti anche nella nostra nazione. Nella lista figurano componenti chimici cangerogeni, o che possono causare allergia o intossicazioni. Sappiamo che per le diverse leggi alimentari presenti nei vari paesi in cui la grande catena americana ha i suoi locali, gli ingredienti cambiano, e non solo per il gusto locale. Ad esempio in Canada e negli Stati Uniti si possono utilizzare ingredienti proibiti in Europa.
Ma le norme troppo spesso non vengono rispettate completamente, e della lista diffusa pubblicamente, non possiamo che preoccuparci.
Composti come il Polydimethylsiloxane (E900), il Diossido di titanio (E171), Ester glycerol, acido diacetyltartrico, acidi grassi (E472e), Blu brillante (E133), sono solo alcuni degli additivi presenti nei cibi più diffusi nelle porzioni di filetti di pollo o di pesce, nelle patatine fritte, nei panini contenenti i vari hamburger, fishburger o cheeseburger.
Un consumo continuato, anche se non esagerato, immette nell'organismo sostanze che, in sequenza, possono provocare reazioni ipersensibili, problemi epatici e renali, problemi al sistema nervoso, nausea, diarrea e vomito.
Inoltre la presenza di metalli pesanti possono intossicare l'organismo, provocando nel malcapitato gravi malattie e pericoli di cancro a causa della acclamata genotossicità e cancerogenicità. Considerando che questa catena vede come clienti un enorme numero di bambini, attirati dal gusto per quel tipo di cibi, non possiamo fare altro che chiedere anche noi italiani che una lista degli additivi e delle sostanze chimiche contenute nei loro prodotti, venga pubblicata al più presto.
È anche vero, però, che la McDonald's viene spesso sottoposta ad attacchi pressanti dall'opinione pubblica, con l'accusa di distribuire cibo-spazzatura, per cui ogni volta che ci si imbatte in liste che possono spaventare, se lette accuratamente. Le fonti vanno vagliate a fondo per non imbattersi in una bufala. E per questo sarebbe opportuno che il nostro Ministero della Salute rivolga una richiesta ufficiale affinché venga fatta chiarezza su quanto è presente nei cibi distribuiti dalla catena americana.