In un clima da terrore, fomentato dai mass media in cerca di ascolti, dall'industria farmaceutica e dai bussiness collegati, in un momento in cui le notizie si sommano una sull'altra, i falsi allarme si espandono a macchia d'olio e la paura dilaga, arrivano come un balsamo le parole dell'immunologo svizzero Beda Stadler, direttore dell'Istituto di Immunologia dell'Università di Berna: "Un virus come Ebola non annienterà l'umanità. Queste cose è meglio lasciarle a Hollywood". Il dottor Stadler, in un'intervista rilasciata per il sito di informazione Watson, denuncia il clima di terrore che è stato alimentato dall'inizio dell'epidemia di Ebola.

Secondo l'esperto, in Africa Ebola si espande in maniera incontrollata, grazie ad una scarsa igiene ed ai bassi standard sanitari, ricordando che muoiono più persone ogni anno in Europa per la normale influenza di quante siano state finora le vittime di Ebola in Africa. Gli ultimi dati parlano di 4.500 morti nel mondo, mentre secondo le stime del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), in Ue ogni anno in media circa 40.000 persone muoiono a causa dell'influenza. Il dottor Beda Stadler conclude la sua intervista con una pesante accusa rivolta verso l'Organizzazione mondiale della sanità e le aziende farmaceutiche: "E' utile per loro e per la ricerca. L'Oms raccoglie fondi grazie al panico.

Ricordatevi l'influenza aviaria e la febbre suina. Penso che sia giunto il momento per presentare delle scuse".

Il business della paura è enorme, lo hanno capito le associazioni umanitarie e le cause farmaceutiche. Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, giusto per fare un esempio, ha chiesto di intensificare gli aiuti per fermare Ebola, obiettivo prefissato: circa un miliardo di dollari.

Il mercato dei vaccini ha un bacino enorme ed un giro d'affari immenso, come dimostra il caso Sars. Vi cito a proposito un vecchio articolo on line uscito sul sito "Tantasalute" a proposito dell'influenza A: "che si possa parlare di un allarme senza senso lo si rileva guardando al numero dei vaccini realmente somministrati, 827 mila dosi su venti milioni che erano pronti all'uso con una percentuale pari al 3,99% e fra regalie dell'Italia nei confronti dei Paesi poveri ai quali sono stati donati almeno due milioni di vaccini, che fine faranno le restanti 18 milioni di dosi inutilizzate?

Finiranno al macero, (...) ciò non significa che alla Novartis, la Casa farmaceutica che ha prodotto per lo Stato tale vaccino, non spetti il corrispettivo della vendita, tutt'altro, all'azienda toccano eccome i 184 milioni di euro pattuiti da contratto." Questo non è un invito a sottovalutare il virus, piuttosto ad informarsi scegliendo accuratamente le fonti e ad adottare le misure di sicurezza necessarie, senza farsi prendere dal panico.