La scienza da anni prova a trovare soluzioni alla cecità, restituendo la vista a chi l'ha perduta causa imperfezioni innate della retina o malattie sopravvenute con gli anni. Se la robotica ci ha promesso in futuro un occhio bionico, una ricerca della Advanced Cell Technology ci dà la speranza concreta di poter sconfiggere la cecità mediante una ricerca fondata sulle cellule staminali. Già proprio quelle, che in Italia stanno generando processi e polemiche, con una guerra aperta dichiarata dal Ministero della Salute. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista specializzata Lancet.

Vediamo in cosa consiste. La sperimentazione è stata effettuata su giovani con la distrofia retinica di Stargardt e anziani colpiti da una forma incurabile di maculopatia. Lo studio ha dimostrato che le cellule staminali ricavate da embrioni sono in grado di riparare la retina di pazienti dalla vista gravemente compromessa. Inoltre, è stata testata la loro sicurezza: non hanno provocato alcun effetto collaterale negli oltre tre anni di osservazione. Come sono riusciti a utilizzare le staminali? I ricercatori hanno convertito le staminali dell'embrione in provetta in cellule retiniche, e poi hanno eseguito iniezioni di differenti dosi di queste cellule retiniche in un solo occhio, quello più gravemente malato, di ciascun paziente.

Dieci "cavie" su diciotto hanno tratto sostanziali giovamenti nella visione dell'occhio trattato, gli altri hanno dimostrato miglioramenti più esigui, ma comunque esistenti.

In realtà le doti in questo campo delle staminali sono ben comprese dal 1998. Ma come dicevamo, questa tipologia di cellule ha sempre scatenato polemiche etiche se utilizzate.

Infatti essa è ricavata dallo sviluppo embrionale di una settimana. Ma anche prettamente cliniche, perché si teme che possano provocare l'insorgenza di tumori. Eppure sono molto importanti, per la loro alta capacità di proliferare e dare origine a qualsiasi tessuto o organo. Comunque la ricerca ben venga, specie se serve a curare un grave handicap pesantemente invalidante quale appunto la cecità.