La blogger Belle Gibson ha ammesso di aver ingannato i suoi follower, amici e familiari riguardo il suo cancro e di curare la malattia con una sana alimentazione e terapie naturali. La ragazza ventitreenne è stata accusata di aver inventato il suo cancro terminale al cervello e di aver realizzato un profitto dalla sua storia con la sua app sul benessere, "The Whole Pantry". I primi sospetti ci furono il mese scorso, quando si scoprì che Belle Gibson non donò in beneficenza i 300 mila dollari delle vendite della sua app come promesso, cosicché i suoi amici iniziarono a mettere in discussione la legittimità della sua diagnosi.

All'inizio di questo mese, la polizia dello stato del Victoria ha detto che non avrebbe perseguito penalmente la Gibson.

Qualche giorno fa, però, durante un'intervista esclusiva per il giornale The Australian Women's Weekly, le è stato chiesto a titolo definitivo se avesse o no mai avuto il cancro. "No. Niente di tutto questo è vero", ha confessato. E poi, in modo confuso ha continuato: "Sto ancora saltando tra quello che credo di sapere e la realtà. L'ho vissuto e non sono ancora veramente sicura di esserci". Il settimanale ipotizza che la Gibson soffra di disturbo psichiatrico chiamato sindrome di Münchhausen in cui i malati fingono una malattia o un trauma psicologico per attirare l'attenzione e le simpatie verso di sé.

Belle Gibson non riesce a spiegare nel dettaglio come e perché abbia mentito circa la sua condizione. La Gibson crede la sua infanzia "problematica" potrebbe averla portata a mentire sulla sua attuale condizione.

Belle è una ragazza madre, ha un figlio di 4 anni che si chiama Olivier, e sostiene di essere stata costretta a prendersi cura di se stessa a partire dall'età di cinque anni.

"Quando ho iniziato ad andare a scuola, mia mamma disse: 'Mia figlia ora è grande'. Tutto a un tratto andavo a scuola da sola preparandomi il pranzo e pulendo casa ogni giorno. Era mia la responsabilità di fare la spesa, il bucato, occuparmi delle visite mediche e prendermi cura di mio fratello. Non ho avuto alcun giocattolo." La Gibson è ora lontana dalla madre e non ha fornito il suo nome al settimanale australiano.

Questa recente ammissione ha messo la Gibson in una situazione finanziaria difficile. La casa editrice Penguin Australia ha smesso di collaborare con lei per il suo libro e la Apple ha cancellato la sua app. I suoi legali le hanno suggerito di restituire tutti i fondi che la Gibson aveva promesso, e lei si difende dicendo che la reazione pubblica contro di lei è stata "orribile".

"Negli ultimi due anni ho lavorato ogni giorno per innalzare una comunità online di persone che si sono sostenute l'un l'altra. Capisco la confusione e il sospetto, ma so anche che la gente ha bisogno di tracciare una linea nella sabbia dove ancora trattare qualcuno con un certo livello di rispetto o di umiltà, e non sto ricevendo nulla di tutto questo".