La legge sull'Interruzione volontaria di Gravidanza si sta svuotando. Al Niguarda, ad applicarla sono soltanto 2 medici su 16. Considerando le numerose richieste, l'ospedale non può garantire a tutte il servizio. Donne costrette a passare la notte in ospedale per essere così le prime ad abortire, altrimenti rischierebbero di oltrepassare il periodo in cui è permessa l'applicazione della legge (non oltre i 90 giorni). La situazione è così grave che alcuni medici, da altri ospedali, si sono offerti volontariamente di aiutare i colleghi.
Nelle altre regioni è anche peggio. In Molise, Campania e Lazio, la percentuale dei medici obiettori, negli ospedali pubblici, sale al 90%. Per questo motivo, numerose donne sono costrette a migrare, rischiando di superare il periodo consentito dalla 194. Ma i problemi non sono finiti qui, poiché è facile trovarsi davanti a cambi di turno improvvisi con medici obiettori o a subire gravi omissioni di soccorso post-ivg, in casi di complicazioni. Tanti anche i casi di pazienti insultate dal personale obiettore. Le più facoltose possono permettersi di andare all'estero o scegliere cliniche private.
Il Ministero della Salute, in una relazione, ha ribadito che il rispetto della 194 sarebbe garantito. La realtà è che molte donne riescono ad abortire, ma spesso al limite dei tempi, dopo un percorso di umiliazioni, limitazioni, liste d'attesa e viaggi, che rendono traumatica una scelta già così difficile. Secondo l'Istat, le Ivg sarebbero in calo. La verità è che, negli ultimi anni, sarebbero in aumento casi di donne e addirittura anche di ragazzine che, per aggirare la situazione, ricorrono a più rapidi e meno costosi metodi fai da te, come i farmaci contro l'ulcera. Questi, tra gli effetti collaterali, hanno la possibilità di provocare aborti, ma sono anche dannosi alla salute. Infatti, i casi di donne che arrivano in ospedale con emorragie anche gravi, causate da aborti indotti, sono in aumento. L'ultimo caso è quello di un'adolescente di Genova che ha rischiato la vita per aver abortito da sola.
I pochi medici non obiettori stanno andando in pensione e la 194 sta diventando inapplicabile. Tanti medici dichiarano che essere antiabortisti è ormai una prassi obbligatoria nel sistema sanitario pubblico, pena ostacoli alla carriera. Dunque, oltre ai motivi religiosi, ci sarebbero molta corruzione e mobbing. Sarebbe utile sottolineare che in Italia non c'è una legge contro il mobbing. C'è da dire che anche gli attacchi da parte di istituzioni cattoliche sono all'ordine del giorno. Alle associazioni pro-life che parlano di "diritto all'obiezione di coscienza", si aggiungono le dichiarazioni oltraggiose di alcuni religiosi. Recente è il caso di un sacerdote, che ha definito sgualdrine le donne che scelgono di abortire.
Questa è la fotografia della condizione femminile in Italia. Non avere pieni diritti riproduttivi e sessuali è una grave violazione, soprattutto perché lede il diritto alla salute. Questo penalizza il raggiungimento della parità di genere, oltre al fatto che le donne continuano ad essere schiacciate nel ruolo di madre, considerando che l'arretratezza del welfare italiano non permette nemmeno di essere madri per scelta. Questo non significa che tutte le donne controllino le nascite per questo motivo. Tanti sono i motivi e ogni scelta merita rispetto.