Inizia con un leggero fastidio agli occhi, la vista diventa sfocata, si susseguono scintillii luminosi ed abbaglianti e a chi ne soffre bastano pochi secondi per capire cosa stia accadendo: così si cerca di mantenere la calma e si aspetta che quegli interminabili venti minuti di angoscia passino presto per lasciare posto ad un martellante ed insopportabile mal di testa. Si chiama emicrania con aurae in Italia ne soffrono oltre nove milioni persone, delle quali ad essere maggiormente colpite sono le donne.Uno dei centri di eccellenza per la cura delle Cefalee è la Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedaliera della Seconda Università di Napoli (Aou-Sun) che ha recentemente pubblicato uno studio che, ci si augura, potrebbe gettare le basi per la cura di questa fastidiosa ed invalidante patologia.
Il gruppo di ricerca partenopeo ha letteralmente fotografato il cervello di un paziente affetto da emicrania con aura conquistando persino la copertina del mese di febbraio di “Cephalalgia”, una delle più importanti riviste scientifiche internazionali del settore. I fotogrammi sono stati ricavati attraverso una risonanza magnetica funzionale ed è emerso che le due forme più comuni di emicrania, quella con aura e quella senza aura, sono caratterizzate da un funzionamento particolare delle aree cerebrali visive. A spiegare il risultato dello studioad Adnkronos è stato il coordinatore del Centro Cefalee del SunAntonio Russo, che ha descritto l’esperimento raccontando che la risonanza magnetica è stata praticata su un cervello affetto da emicrania, ma in assenza di crisi: si è evidenziato che le aree visive che si attivano durante l’attacco e provocano il fenomeno dell’aura restano ugualmente attivate anche quando non si ha dolore.
Il cervello dei pazienti affetti da emicrania con aura ha un’orma digitale
Il professor Russo ha definito “orma digitale” l’effetto che l’emicrania con aura provoca sul cervello dei pazienti rendendolo riconoscibile, a differenza di quelli affetti dalla forma senza aura. In conclusione, le due forme di emicrania risultano essere malattie diverse.
A chiarire il meccanismo dell’aura emicranica è stato Gioacchino Tedeschi, direttore della I Clinica Neurologica dell’Aou-Sun, che ha spiegato che essa è presente quando si ha una intensa attività dei neuroni che si diffonde attraverso la corteccia cerebrale. Un importante passo avanti, dunque, su una patologia ancora tutta da scoprire e talvolta difficile da diagnosticare, come ha sottolineato il coordinatore della ricerca napoletana, Alessandro Tessitore, che ha raccontato di pazienti che attendono molto tempo prima di approdare ad una diagnosi esatta.