Allarme anche in Italia a causa del tanto temuto virus Zika. Il pericoloso patogeno, trasmesso dalle zanzare e strettamente connessoalla comparsa di gravi patologie dei neonati, aveva già colpito 22 Paesi dell'America Latina, adesso mette in allarmeanche in Italia. Ildirettore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattieinfettive Spallanzani, Giuseppe Ippolito, riferisce che si tratta di quattro viaggiatori italiani di ritorno dal Brasile. I quattro pazienti, registrati nella primavera del 2015, adesso stanno bene.

Zika, deve il suo nome al bosco omonimo dell'Uganda in cui è stato isolato il virus nel 1947.

Il sintomo è un focolaio di eruzioni cutanee, solitamente accompagnato da febbre, artralgia o artrite, congiuntivite, dolori muscolari o mal di testa. Tale virus può rappresentare una grave minaccia per le donne incinte in quanto può generare gravi malformazioni nei feti. Il virus, ha cominciato a diffondersi in Sud America in cui si stima un bilancio di 600-700mila persone infette.

Panico nelle autorità sanitarie mondiali. Pur trattandosi di un virus meno pericoloso del terribile Ebola, la preoccupazione di un eventuale contagiocontinua a diffondersi. I primi tre casi di contagio si sono manifestati già anche in Gran Bretagna, mentre altri due sarebbero stati registrati in Spagna. Sono almeno due i casi (di cui uno è un bimbo nato con microcefalia) rilevati, invece, negli Stati Uniti.Gli epidemiologi sottolineano, comunque, che Zika non è presente in Europa.

I contagi fino ad ora segnalati, sono stati trasmessi attraverso le punture di zanzare del genere Aedes e non sono state rilevate evidenze di trasmissione da uomo a uomo.

Gli esperti invitano alla prudenza. Il virus Zika non è curabile, l'unica forma diprevenzione è cercare di evitare la puntura della zanzara infetta. Il governo brasiliano, comunque, si sta prodigando nella ricerca di un vaccino contro questo patogeno.

L'Oms e Organizzazione panamericana per la salute, invece, hanno diffuso una nota di allerta epidemiologica internazionale affinché siano prese le relative misure di controllo e monitoraggio dei casi.