Pubblicato lo studio sulla rivista scientifica "eLife" di un nuovo esperimento in cui il dito bionico conquista il tatto. Lo studio, finanziato in buona parte dall'Unione Europea, è stato pubblicato da "Calogero Oddo"e la sua equipe dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna(Pisa) conIRCSS San Raffaele Pisana,Università Cattolica del Sacro Cuore eUniversità Campus Bio-Medico(Roma) in collaborazione conl’École Polytechnique Fédérale de Lausanne", (CH) e il professor "Silvestro Micera"con il suo gruppo di ricercatoriche hanno sviluppatola tecnologia per l'invio dell'informazione tattile.

L'esperimento

L'esperimento è stato condotto in un soggetto amputato, il daneseDenis AiboSørensen,che è privo della mano e parte del braccio ed utilizza una protesi provvista di dita bioniche. Un dito della sua protesi è stato corredato di uno speciale "polpastrello" collegato chirurgicamente ai nervi delbraccio. Il "polpastrello”, attraverso elettrodi collegati alle terminazioni nervose, rileva e trasmette informazioni al cervello sotto forma di impulsi elettrici, mimando perfettamente la funzione nervosa umana. Con l'ausilio di un computer, veniva controllato il movimento del dito sulle diverse superfici, realizzate in plastica 3D e costituite da linee più vicine e lisce, alternandole ad altre più distanti, con superficie rugosa.

Denis racconta di aver percepito quasi le stesse sensazioni di quando aveva la sua mano, che avverte ancora come arto fantasma a pugno chiuso; il suo dito artificiale gli ha permesso di provare sensazioni che colloca sulla punta dell'exdito umano. Questo esperimento si aggiunge ad un precedente studio che utilizzava una mano protesica connessa e sensorizzata che riusciva a fargli riconoscere le forma e la consistenza degli oggetti.

Gli scienziati

"Calogero Oddo", che ha lavorato per dieci anni a questo progetto, ha spiegato che nell'esperimento i soggetti riuscivano a identificare in tempo reale le qualità delle diverse superfici. Il tatto bionico può esseresperimentato in precedenza in soggetti non amputati, senza alcun intervento chirurgico, permette poil’impianto chirurgico in tutta sicurezza nelle persone amputate:spiega inoltre che lo studio, unendo Scienza di base e ingegneria applicata, aggiunge un contributo importante alla ricerca neuroprotesica e riveste importanza nel dibattito neuroscientifico sui meccanismi neuronali del senso del tatto umano.

"Silvestro Micera" (École Polytechnique Fédérale de Lausanne”, CH)chiarisce che l'esperimento replica il processo naturale ripristinando l'identica risposta neurale periferica delle zone del cervello analogamente interessate. L'informazione viene trasferita daaghi microneurografici inseriti nel nervo mediano del braccio. Nell'esperimento,eseguitonei soggetti in condizioni di normalità, sono state controllate in elettroencefalografiale attività delle onde cerebrali dei nonamputati, generate dal dito naturale e confrontate con quelle rilevate nel cervello dell'amputato con risultati simili.Replicato in chi non ha perso l'artocon uguale procedura raggiungono la stessa sensazione tattile.Stanisa Raspopovic,co-autore dello studio e ricercatore dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne, si dice entusiasta per aver dimostrato di poter restituire la sensazione della rugosità sottolineando il passo avanti dellaricerca che finalmente sposta l’attenzione dall'interrogarsi su quali elettrodi impiegare per indirizzarsi verso l'utilizzo per ottenere le sensazioni naturali attraverso le protesi.

Questo esperimentosull'abilità sensoriale del tatto protesicoandrà sviluppato protraendosi per almeno altri dodici mesi. Micera aggiunge che oltre alle possibilità di ridare in futuro le sensazioni tattili attraverso le protesi bioniche si può pensare anche ad altri scenari di applicazione nel campo della chirurgia robotica, nel soccorso a distanza ma anche ad un impiego produttivo nel settore manifatturiero.