Gli americani lo chiamano "cuddle hormone", cioè ormone delle coccole, perché il suo aumento nel sangue è correlato con comportamenti complessi come le interazioni sociali o l'attaccamento tra madre e neonato. Si tratta dell'ossitocina, peptide costituito da soli nove amminoacidi, che il cervello può rilasciare direttamente nel sangue. Lo studio di un gruppo internazionale di ricercatori, guidati da neuroscienziati dell'Università di Heidelberg,in Germania, e del Max Planck della stessa città, dimostra nel topo che l'ossitocina contribuisce anchea smorzare gli stimoli dolorifici e a promuovere i meccanismi antidolorifici.

Questi risultati sono stati pubblicati di recente suNeuron, una delle più importanti riviste internazionali di neuroscienze.

Le funzioni dell'ossitocina

Ossitocina deriva dal greco e vuol dire letteralmente "parto veloce". Infatti, una delle funzioni più importanti di questo ormone è di favorire le contrazioni dell'utero e dare inizio al travaglio da parto al termine della gravidanza. Inoltre, l'ossitocina è fondamentale perché si instauri l'attaccamento tra mamma e neonato accompagnato dalla produzione di latte materno. In generale, l'ossitocina è implicata in tutti i rapporti sociali complessi, da quelli basati sull'amore e l'attrazione fisicaa quelli di amicizia e fiducia. Da qui il soprannome di ormone delle coccole o dell'amore.

L'ossitocina è prodotta unicamente dall'ipotalamo, una struttura nervosa interna ai due emisferi cerebralie antica dal punto di vista evolutivo. Due tipi di neuroni dell'ipotalamo producono ossitocina: dei neuroni di grandi dimensioni, che riversano l'ossitocina nel sangue con il tramite dell'ipofisi,una speciale ghiandola che funge dainterfaccia tra il sistema nervoso e il sistema endocrino.

Il secondo gruppo è formato da neuronidi piccole dimensioni e collegati al midollo spinale.

L'ossitocina come analgesico

"La funzione delle connessioni tra i piccoli neuroni dell'ipotalamo capaci di sintetizzare l'ossitocina e il midollo spinale era poco conosciutafino a poco tempo fa" affermaValery Grinevich, del Max Planck di Heidelberg nell'introdurre lo studio di cui è stata coordinatrice "si ipotizzava una partecipazione di queste cellule al controllo del sistema respiratorio e cardiovascolare".

D'altra parte, alcuni studi suggerivano che queste cellule fossero implicate nella regolazione degli stimoli dolorifici. Tuttavia, è sempre mancata una prova sperimentale convincente. "In un modello animale di dolore infiammatorio" continua a spiegareValery Grinevich "noi siamo riusciti a dimostrare che l'ossitocina rilasciata da alcuni dei piccoli neuroni dell'ipotalamo è in grado di funzionare da potente analgesico in due modi: in primo luogo inibisce direttamente i neuroni del midollo spinale che trasmettono gli stimoli dolorifici al cervello; in seconda battuta aumenta il rilascio di ossitocina nel circolo sanguigno, amplificando ulteriormente il processo di analgesia". Lo studio, a cui hanno contribuito anche Marta Busnelli e Bice Chini, due ricercatrici del CNR e dell'Istituto Humanitas di Milano, è di enorme importanza perché svela un ulteriore meccanismo di controllo del dolore di cui è dotato il sistema nervoso e indica nuove strade per laterapia del dolore.