Le linee guida europee sottolineano l’importanza di modificare lo stile di vita e di consumare giornalmente fibre solubili (circa 15 gr al giorno), per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari.Insieme alla dieta mediterranea, ricca di fibre, è possibile mantenere bassi i fattori di rischio cardiovascolare (vedi livelli elevati di colesterolo totale e LDL), con l’assunzione delle fibre solubili, i betaglucani.

E’ quanto dimostrato dal Department of Biological Chemical and Pharmaceutical Sciences and Technologies, University of Palermo, su pazienti di entrambi i sessi, di mezza età, istruiti a mangiare per 4 volte a settimana, per 30 giorni, un piatto di pasta addizionata di betaglucani, ad una concentrazione pari al 6%.

Dopo 1 mese di dieta, non solo i livelli di colesterolo LDL sono risultati significativamente più bassi, ma anche quelli della citochina infiammatoria IL-6, coinvolta nella modulazione del sistema immunitario.Queste fibre, dunque, apportano un miglioramento nel metabolismo; insieme alla dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura, ad azione antiossidante e antinfiammatoria, possono prevenire malattie di varia natura.

Le fibre alimentari aiutano anche a sentirsi sazi. Rallentando lo svuotamento dello stomaco portano a mangiare di meno e, di conseguenza, riducono il rischio di ingrassare. Infine, le fibre solubili (ad esempio, pectine, mucillagini e gomme) rallentano l’assorbimento del colesterolo e dei carboidrati presenti negli alimenti. In questo modo aiutano a tenere sotto controllo peso, colesterolemia e glicemia. In particolare, le fibre solubili come i beta-glucani e le pectine, associate a un’alimentazione povera di grassi saturi e di colesterolo, aiutano a ridurre i livelli ematici di colesterolo totale e di colesterolo “cattivo”. Scopri di più grazie ai consigli del medici del Policlinico "A. Gemelli" nell'iniziativa Viaggio al Cuore del Problema, powered by Danacol.

Betaglucani e dieta mediterranea

I betaglucani sono glucidi polimerici complessi, presenti soprattutto in alimenti come orzo e avena.

Per azione meccanica sulle pareti dello stomaco, aumentano il senso di sazietà; raggiungono inalterati l'ambiente intestinale, ed esercitano un'azione chelante nei confronti delcolesterolo (riducono l’assorbimento e ne facilitano l’eliminazione nelle feci); nel colon e nel cieco vengono fermentati dal microbiota intestinale, per dare origine a prodotti che aumentano le funzioni immunitarie.

La dieta mediterranea, presente presso tutti i popoli del bacino del Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia, Marocco, Portogallo, Croazia e Cipro), è stata riconosciuta già dall'UNESCO, nel 2010, Patrimonio Culturale dell’Umanità, per le tradizioni culturali tramandate per secoli.

Nonostante sia bilanciata, ricca di acidi grassi monoinsaturi (derivati soprattutto dall’olio di oliva) e di fibre (assunzione frequente di cereali interi, legumi, frutta, semi oleosi, carne bianca, uova, pesce); limitata nel consumo di carne rossa e vino; carente di grassi saturi, la maggior parte della gente non aderisce a questo modello alimentare.

Lo studio

Nello studio pubblicato in Aprile 2016, sulla rivista Immunity and Ageing, i pazienti (20 donne e 20 uomini), leggermente sovrappeso (BMI, body mass index, pari a 26-30), di mezza età (55-73 anni), hanno assunto betaglucani, come nutraceutico, addizionato alla pasta.

Nonostante il peso corporeo non sia variato, perché non sono state apportate modifiche nell’alimentazione dei soggetti, è stata osservata la riduzione di 2 parametri metabolici (colesterolo LDL, coinvolto nella formazione della placche aterosclerotiche e IL-6, implicata nei meccanismi di difesa immunitaria).

Questi dati sono da tenere in considerazione, per ottenere effetti preventivi e curativi in malattie di origine differente (obesità, infiammazione, disfunzione immunitaria e cancro).