Al giorno d'oggi, siamo continuamente bombardati da immagini e contenuti forti e violenti, che si tratti di videogiochi, telegiornali, film, e qualche volta anche di cartoni animati. Per questo motivo non stupisce che la violenza sia particolarmente presente - vuoi per il tema trattato o per esigenze momentanee di trama - anche in alcune serie tv come "Game of Thrones", "Vampire Diaries" e la tanto chiacchierata "Gomorra", attualmentenell'occhio del ciclone proprio per "il cattivo esempio" che darebbe ai giovani, non solo napoletani.
Dopo l'aggressione ad un transessuale avvenuta a Napoli, a pochi giorni di distanza dalla messa in onda di un episodio di "Gomorra 2" in cui era stata mostrata una scena molto simile, non solo le associazioni dei genitori, ma anche insigni medici sono tornati a parlare del cosiddetto "effetto Gomorra", e delle conseguenze reali che l'esposizione prolungata ad immagini violente provocherebbe al nostro cervello.
La "sindrome Gomorra" e il disturbo post traumatico da stress
Il direttore sanitario del Centro medico Santagostino di Milano, lo psichiatra Michele Cucchi, si è espresso sull'argomento, dando il nome di "sindrome da Gomorra" a questo nuovo disturbo mentale, che provocherebbe nel cervello umano, soprattutto in quello di giovani e giovanissimi, delle lesioni molto simili a quelle del disturbo post traumatico di cui soffrono i reduci di guerra.
Stando a quanto dichiarato dall'esperto, e confermato da uno studio portato a termine dallaDrexel University College of Medicine di Philadelphia, l'esposizione a frequenti immagini crude e violente, che siano quelle trasmesse da "Gomorra 2"- presa in esame visto il forte impatto sul pubblico - o da qualsiasi altro filmato o programma, influenzerebbe la parte del nostro cervello dedita all'emotività, portando ad una prevaricazione dell'aggressività e della violenza.
Il medico ha continuato affermando che la "sindrome di Gomorra"favorirebbe l'emergere di una sorta di "modalità aggressiva" nei giovani, che comprenderebbe anche la perdita del controllo dei propri impulsi, e l'affermazione di idee fisse come quella del pubblico disonore e del bullismo. A conferma delle sue parole, l'esperto ha anche citato una ricerca dellaBrigham Young University dello Utah,sugli effetti che un'esposizione continua ad immagini di violenza ha sul comportamento degli adolescenti.
L'indagine, basatasulla somministrazione diuna serie di questionari a467 ragazzi, ha messo in luce come questi abbiano sviluppato comportamenti aggressivi prolungati nel tempo.Insomma, sarebbe realmente il caso di cominciare ad attivare il parental control delle nostre televisioni.