L’epatite è un infiammazione del fegato causata da virus, farmaci, alcool, ecc. Ne limita le funzioni e, se non viene adeguatamente curata, può portare alla cirrosi epatica e al tumore. Ne esistono sei forme (A, B, C, D, E e G) con differenti ripercussione sulla salute dei pazienti. L’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha fissato al 2030 l’anno in cui l'epatite non dovrà più rappresentare un problema di salute pubblica. Circa 10 milioni in EU, che diventano 400 milioni a livello mondiale, sonoi portatori dell’infezione; la stragrande maggioranza di loro non sa di essere infetto.

Lo slogan di quest’anno è “Elimination”. Più che uno slogan, un auspicio!

La giornata mondiale di “Elimination”

A livello mondiale le forme di epatite virale sono responsabili di 1 milione e 400 mila morti, una infezione che rimane silente fino a quanto non genera un danno permanente al fegato.

L’OMS spinge sul fronte della prevenzione, sono sufficienti pochi e semplici accorgimenti per prevenire la stragrande maggiorante dei casi di epatite virale. La giornata mondiale è quindi un’occasione per riflettere, informarsi e prevenire.

L’epatite A si contrae mangiando cibi infetti.

In questo caso la prevenzione si fa curando l’igiene degli alimenti. L’epatite B è causato dal virus HBV (Hepatitis C Virus) che si trasmette attraverso i fluidi corporei e dalla mamma al nascituro, durante il parto. In questi casi l’uso di strumenti monouso e del profilattico possono essere risolutivi. Nel 90% dei casi il virus viene eliminato spontaneamente entro 6 mesi.

Il restante 10% deve essere trattato. L’epatite C, causata dal virus HCV (Hepatitis C Virus), è pericolosa in quanto rimane silente fino a quando il virus non ha danneggiato irreparabilmente il fegato. Il contagio avviene come per la forma B.

Il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc), alla vigilia della giornata mondiale contro l’epatite, lancia l’allarme perché sostiene che l’EU non è ancora sulla rotta giusta per raggiungere il target del 2030 dell’OMS, ovvero debellare l’epatite.

Nel 2014 in EU ci sono stati circa 22mila casi di epatite B (dimezzati rispetto al 2006 grazie al vaccino) e circa 35mila casi di epatite C (dal 2006 aumentati del 30%).

La priorità è l’epatite C

Ora la maggior attenzione è riservata alla forma C, quella silente ma più devastante. L’Italia è uno dei Paesi al mondo maggiormente colpito da epatite C, con un milione e mezzo di casi. Ma solo il 10-15% dei contagiati sa di essere infetto. Inoltre, questa forma di epatite rappresenta l’infezione a più elevato rischio di mortalità tra le malattie infettive trasmissibili, con i pazienti che spesso necessitano di trapianto di fegato.

In occasione della giornata contro l’epatite, in diverse piazze italiane, organizzazioni come la Croce Rossa, hanno postazioni mobili per fare il test dell’epatite. Basta un campione di saliva e, in circa mezz’ora, si conosce il risultato. In caso di risultato positivo, si passa all’esame del sangue.

L’epatite C è stata per anni il terrore dei pazienti che ne erano colpiti, in quanto evolveva verso la cirrosi epatica fino a degenerare nel tumore del fegato. I farmaci usati erano poco efficaci. Negli ultimi anni, fortunatamente, si sono resi disponibili farmaci molto efficaci, che arrivano a curare fino al 100% dei pazienti. Il problema di questi farmaci è il costo elevato. Così l’AIFA – in Italia – sta autorizzando il rimborso di questi farmaci solo ai pazienti più gravi.

Ad oggi la copertura è al 50% dei pazienti. L’auspicio e che si arrivi, il prima possibile, ad assicurare la terapia a tutti i pazienti, senza alcuna distinzione.

L’OMS ha scelto proprio la data del 28 luglio per ricordare questa infezione in onore di Baruch Blumberg, biochimico americano che aveva per primo scoperto il virus dell’epatite B e aveva sviluppato il primo vaccino. Insignito del premio Nobel nel 1975, è scomparso nel 2011.