Già su queste pagine abbiamo più volte parlato di diabete come di una vera e propria emergenza planetaria. Questi giorni a Roma, organizzato dall’ Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’, si è tenuto il “9° Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Forum”, ma anche il “1st Italian & Iranian Diabetes Joint Meeting’. L’evento vantava il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute e dell’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani). In questa occasione abbiamo scoperto che il popolo iraniano soffre in modo massiccio di diabete.

L’Italia ha siglato un accordo con i rappresentati iraniani al fine di favorire collaborazioni in ambito clinico, sociale ed economico legate al diabete e alle malattie metaboliche.

Il 2016, l’anno della svolta iraniana

L’anno in corso passerà alla storia come l’anno della svolta dell’Iran. Solo un anno fa, era il 14 luglio del 2015, a Vienna veniva siglato lo storico accordo sul nucleare. Dopo una prima fase di ricognizione, quest’anno l’Iran sta cercando di siglareaccordi commerciali econdivisione delle opportunità. L’Iran è uno Stato dove l’economia è dominata dal pubblico, così come il controllo della salute.

Ora scopriamo che l’8,5% della popolazione mondiale sofferente di diabete risiede nel Medioriente.

Ne sono particolarmente colpiti Kuwait, Arabia Saudita e Iran. Già adesso ci sono ben 37 milioni di diabetici e questo numero, secondo l’International Diabetes Federation (Idf), è destinato a raddoppiare nei prossimi 25 anni. Solo nella Repubblica Islamica, su una popolazione di 80 milioni di abitanti, ben 4,6 milioni di cittadini iraniani adulti soffre di diabete, con 37mila vittime ogni anno.

Ora arriva la svolta. L’Iran si apre al mondo Occidentale e oltre ad offrire opportunità economiche chiede condivisione di conoscenze per affrontare le proprie criticità, a partire proprio dal diabete.

Un accordo importante, ma anche emblematico

Èfacile mettere in mostra i propri punti di forza. Più complesso e condividere i punti deboli.

L’accordo di Roma è stato siglato tra Ibdo Foundation - un’organizzazione che ha come finalità proprio il favorire le collaborazioni istituzionali in merito al diabete e alle malattie metaboliche – e l’Emri–Endocrinology and Metabolism Research Institute, un Istituto iraniano, di ricerca e studio endocrinologico.

L’accordo prevede attività di collaborazioni tra i due Paesi, coordinate dall’università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ e da Ibdo Foundation, al fine di sviluppare progetti in ambito clinico, sociale ed economico legate al diabete e alle malattie metaboliche. I progetti si articoleranno in collaborazioni scientifiche, una indagine epidemiologica ed un monitoraggio del fenomeno, nel tempo.

Le collaborazioni saranno anche l’occasione per uno scambio di esperienza e di professionalità tra gli operatori sanitari dei due Paesi.

Perché proprio l’Italia? Perché il nostro Paese rappresenta, a livello europeo, un modello vincente nella politica sanitaria, soprattutto per le malattie dismetaboliche, incluso il diabete.