L'alzheimer è una patologia piuttosto in crescita negli ultimi anni, anche perché la popolazione mondiale tende ad avere più anziani che giovani e il divario cresce anno dopo anno. I giovani sono sempre di meno e dunque diventa necessaria la ricerca sullemalattie che insorgono per lo più in tarda età perché è evidente che tra qualche decennio saranno tra le patologie più diffuse nel mondo intero. L'Alzheimer è un esempio di malattia della vecchiaia, tanto che quando non se ne conosceva ancora la particolare condizione, veniva chiamata 'Demenza senile', che racchiudeva diversi situazioni di perdita delle proprie facoltà.
Oggi si possono distinguere varie patologie legate al tempo che passa, ma l'Alzheimer è forse quello più temuto perché ancora sono in parte ignote le sue origini.
Tracciata la 'firma genetica' dell'Alzheimer
Grazie alla ricerca condotta dagli scienziati dell'Università di Cambridgeè stato possibile tracciare quella che viene definita come la 'firma genetica' della malattia, ovvero sono state individuate le aeree neurali più deboli che sono meno protette da un accumulo eccessivo di proteine tossiche. Inoltre questa straordinaria scoperta permette di capire perché inizia la malattia e che questa non cambia il suo corso da un soggetto a un altro, ma fa sempre lo stesso percorso. La ricerca che porta la firma di Michele Vendruscolo, un nostro connazionale, appena sarà messa a punto permetterà di capire se un soggetto è a rischio di ammalarsi di Alzheimer, e quindi intervenire con la somministrazione di cure preventive.
I geni che provocano l'Alzheimer si vedono già in età giovanile
Vendruscolo, intervistato dalla rivista 'Science Advances',ha affermato: 'Abbiamo scoperto che in una persona giovane e ancora perfettamente sana, i tessuti che in tarda età verranno attaccati dall’Alzheimer presentano livelli di funzionamento ridotti dei geni protettivi anti-demenza. In altre parole l’Alzheimer attacca i tessuti in cui le difese contro l’aggregazione di beta-amiloide e tau sono meno efficienti'.
Insomma la scoperta è sensazionale, perché capire come la gente si ammala e come la malattia progredisce è il primo passo per intervenire tempestivamente, così da poter sperare di non essere colpiti da questo stato di grave demenza.