Che il cancro fosse una patologia che ha accompagnato l’uomo durante tutta la sua evoluzione, gli esperti l’hanno sempre saputo. Se non altro per uno dei possibili meccanismi che scatena questa patologia: una mancanza di controllo del processo replicativo cellulare associato ad un blocco dell’apoptosi, la morte programmata cellulare. Tuttavia, i pochi esempi di cancro, su reperti preistorici umani, riscontrati finora, risalivano al periodo del Pleistocene Medio (circa 500 mila anni fa). Quello che è stato ora trovato in quella che è considerata la culla dell'umanità, il Sudafrica, nella grotta Swartkrans, vicino Johannesburg, risale ad un ominide (homo erectus) vissuto nel periodo nel Pleistocene Inferiore (circa 1,0-1,8 milione di anni fa).
La forma di tumore presente in questo frammento osseo del piede è una forma molto aggressiva di osteosarcoma.
La scoperta africana
Ricercatori americani (Tennessee) e del Sudafrica (Johannesburg) hanno appena pubblicato su South Africa Journal of Science i risultati di una scoperta sensazionale: il ritrovamento, in una grotta di Swartkrans, di un reperto appartenente ad un ominide vissuto circa 1,7 milioni di anni fa in quella che fu la culla dell’umanità, il Sudafrica.
Per i paleontologi, studiare i casi di cancro in reperti fossili umani, appartenenti alla preistoria, ha dei limiti oggettivi: nel tempo, le componenti organiche vengono totalmente distrutte. Per questo i reperti più importanti sono rappresentati dalle ossa e sono proprio queste a dare la principale testimonianza di casi di cancro nei nostri avi.
C’è anche la possibilità di fare ricerche di questo tipo sulle mummie egiziane, corpi trattati artificialmente per essere conservati nel tempo.
Dopo averne studiate centinaia, un solo caso fu documentato nel 1990: era una mummia di una donna con un cancro nella parte superiore del braccio sinistro. Le mummie non sono rappresentative della popolazione: non tutti i cittadini di quel tempo venivano mummificati.
Anche l’ominide di Swartkrans non è rappresentativo del suo tempo ma l’aver trovato un osteosarcoma ci dice che questo tipo di cancro già esisteva milioni di anni or sono.
Cancro, una malattia antica e moderna
Le origine esatte del cancro sono un argomento di dibattito senza ancora una risposta definitiva. E questo a causa di scarse testimonianze arrivate fino a noi.
Le cause? Non ultima il fatto chel’incidenza di questa malattia aumenta con gli anni e in passato la vita media era decisamente inferire a quella attuale.
L’osteosarcoma trovato nel reperto di circa 1,7 milioni di anni fa ci indica che (almeno) questo tipo di tumore ha accompagnato l’uomo durante tutta la sua storia. Ma è altrettanto vero che il fumo di sigaretta, gli inquinanti ambientali, le radiazioni nucleari (vedi Chernobyl) sono tutte cause esterne della nostra civiltà, ampiamente accertate come cancerogene.
Sappiamo ormai per certo che un cancro può essere generato da fattori fisici, chimici e virali. Sono agenti fisici le varie radiazioni, da quelle nucleari ai raggi ultravioletti. Gli agenti cancerogeni chimici sono le sostanze definite cancerogene, a partire da quelle presenti nel fumo di sigaretta.
Più recente, invece, è la scoperta degli agenti virali, ma ci sono ormai tante evidenze che fanno inserire a pieno titolo anche questa componente nelle cause cancerogene. Ad esempio, il papilloma virus è responsabile del cancro alla cervice; i virus dell’epatite B e C possono causare il cancro al fegato; l’Epstein Barr virus (un herpesvirus) può causare linfoma non-Hodgkin e il cancro nasofaringeo; l’HIV, noto come l’agente responsabile dell’AIDS, può dare linfomi non-Hodgkin e sarcoma di Kaposi.
E’ praticamente impossibile fare delle ipotesi sulla causa dell’osteosarcoma maligno presente nel reperto dell’ominide di Swartkrans (SK 7923). Possiamo certamente escludere gli agenti cancerogeni della nostra civiltà ma il dato rimane: anche i nostri avi potevano avere il cancro.