Ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) hanno condotto uno studio nell’ambito di un progetto europeo (EUROCARE-5). L’obiettivo era valutare la sopravvivenza dei pazienti oncologici, per fascia di età. Il periodo preso in esame è compreso tra il 2000 e il 2007. I risultati, recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet Oncology, sono sorprendenti: i pazienti oncologici adolescenti e giovani adulti hanno una minore possibilità di guarigione rispetto ai bambini e, in alcuni casi, anche rispetto agli adulti.

Progetti specifici a favore degli adolescenti oncologici

I ricercatori hanno cercato di dare una risposta a questa evidenza statistica. Le cause potrebbero essere diverse, da un ritardo nella diagnosi ad una diversità biologica dei tumori che colpiscono questa fascia di età ed, infine, anche la mancanza di protocolli terapeutici e assistenziali specifici per adolescenti e giovani adulti.

La dr.ssa Annalisa Trama, medico ricercatore dell’INT e autore di riferimento dello studio, ha confermato l’attivazione di progetti specifici, sia in Italia che in Europa, per affrontare questa maggiore vulnerabilità degli adolescenti e giovani adulti.

C’è anche una buona notizia. Questo studio ha certificato una maggiore sopravvivenza, negli ultimi anni, dei bambini, adolescenti e giovani adulti colpiti da tumori, valutata dopo 5 anni dalla diagnosi.

Un trend in continua evoluzione positiva.

Tuttavia, ci sono tumori come quelli del sangue (leucemie e linfoma non-Hodgkin) che negli adolescenti e giovani adulti sono più resistenti alle terapie attuali. Nello specifico, lo studio ha evidenziato otto tipi di tumori dove i bambini hanno una maggiore probabilità di guarigione rispetto a quelli più grandicelli.

Questi tumori sono: le leucemie, linfoidi acute e mieloidi acute; i linfoma di Hodgkin e non Hodgkin; i tumori alle ossa, osteosarcoma (il tipo più comune di tumore osseo) e sarcoma di Ewing, astrocitoma (un tumore al cervello); e il rabdomiosarcoma (tumore dei tessuti molli come il muscolo).

Mentre, nel confronto con gli adulti, questi giovani pazienti oncologici sono risultati più vulnerabili rispetto solo a due tumori, il cancro al seno e quello alla prostata.

Lo studio ha preso in esame dati non recenti. Gli stessi ricercatori sono convinti che negli ultimi anni, dopo le varie iniziative messo in campo in diversi Paesi europei, per adolescenti e giovani adulti la situazione sia in netto miglioramento.

Cosa si può fare ancora?

Lo sforzo che si sta compiendo è l’attivazione di progetti specifici a favore di adolescenti e giovani adulti (Progetto Giovani dell'INT). Questi progetti puntano ad avere protocolli specifici, ad esempio per la tutela della fertilità, per dare un’assistenza psico-sociale - molto importante in questa fascia di età, e per assicurare una condizione di “normalità” spesso tradita in queste condizioni e che finisce per vedere questi ragazzi più come “pazienti” che come “adolescenti”.

In pratica rendere la medicina, anche in questi casi, più “umana”.

Anche in Europa è nato un progetto simile, che si chiama ENTYAC (European Network for Teenagers and Young Adults with Cancer). Questo progetto mette insieme le esperienze dei vari oncologi, pediatrici e degli adulti, e assicura, anche in questa fascia di età, un accesso alla sperimentazione clinica e alla ricerca.

Quello che tutti auspicano è che la medicina (in senso lato) faccia in modo di assicurare a tutti le stesse opportunità terapeutiche, indipendentemente dal Paese in cui si vive, e di attivare percorsi (protocolli) specifici per questa fascia di età che, in base anche a questi dati, risulta, almeno per alcuni tumori, molto più vulnerabile rispetto a pazienti più giovani o più anziani.