L'infezione da helicobacter pylori è una delle infezioni più comuni nel mondo, colpisce il 10 % dei bambini e il 30% degli adulti. Solo il 20% dei pazienti infetti sviluppa sintomi gastrointestinali infiammatori (dolore addominale ricorrente, gastrite cronica, reflusso gastroesofageo). La terapia farmacologica a base di due antibiotici (amoxicillina e claritromicina) e omeprazolo, un inibitore della pompa protonica, purtroppo fallisce in circa il 30% dei bambini e degli adulti e dà spesso effetti indesiderati come la diarrea. Alcuni studi clinici condotti dai ricercatori Department of Natural Drugs, Faculty of PharmacyBrno, Czech Republic, hanno dimostrato che i probiotici, microrganismi benefici, possono essere una strategia per combattere la resistenza batterica, aumentare l’efficacia del trattamento farmacologico e ridurre gli effetti collaterali della terapia.

Si tratta di vari ceppi di probiotici (Lactobacilli, Bifidobatteri e Saccharomyces boulardii), utilizzati come specie singole o come preparazioni multispecie, somministrati oralmente, da soli o in combinazione con gli antibiotici. I risultati degli studi sono stati pubblicati nel novembre 2016.

Infezione da helicobacter pylori

Le modalità infettive sono la trasmissione oro-orale o oro-fecale. Il batterio colonizza lo stomaco umano e può indurre, oltre all’ulcera gastrica e duodenale, neoplasie come adenocarcinoma gastrico e linfoma. Dopo l’ingestione sopravvive nella mucosa gastrointestinale, produce enzima ureasi (idrolizza urea in anidride carbonica e ammoniaca) e causa un’infezione cronica.

Per valutare l’infezione vengono usati vari test: breath all’urea, ureasi, antigeni nelle feci, esame istologico di biopsie gastriche.

Probiotici e meccanismo di azione

Secondo la definizione emessa dalla FAO/WHO (Organizzazioni mondiali per cibo, agricoltura e sanità, rispettivamente), i probiotici sono microrganismi vivi atti a conferire benefici salutari all’ospite.

I ceppi più usati sull’uomo sono stati una serie di batteri come Lactobacillus (johnsonii La1, rhamnosus GG, acidophilus, gasseri OLL2716, casei, reuteri, brevis), Bifidobacterium (breve, lactis) e il lievito Saccharomyces boulardii. L’azione benefica, specifica e dose-dipendente, è stata confermata in malattie acute come diarrea, diarrea associata agli antibiotici, malattie infiammatorie intestinali e altro.

I risultati clinici condotti sui bambini hanno rivelato che la supplementazione di latte fermentato contenente Lactobacillus casei DN-114001 (1010 CFU, unità formanti colonie, al giorno), per 14 giorni, associata alla terapia farmacologica triplice, ha aumentato l’azione dei farmaci; in un altro studio, il Lactobacillus reuteri (1 capsula con 108 CFU al giorno) per 20 giorni, in combinazione con una terapia sequenziale omoprazolo + amoxicillina seguita da omeprazolo + claritromicina + tinidazolo, ha diminuito gli effetti collaterali antibiotico-associati; in un altro lavoro, Saccharomyces boulardii e Lactobacillus Johnsonni La1 hanno ridotto il carico batterico del pylori. E’ stato osservato che l’azione inibitoria dei probiotici sul pylori si esplica mediante meccanismi immunologici (diminuzione di citochine infiammatorie come IL-8) nelle cellule epiteliali gastriche e non immunologici (secrezione di sostanze antibatteriche come acidi grassi a corta catena, acqua ossigenata e battericina).