L’AIDS non è sconfitto; i contagi da HIV sono in calo, ma rappresentano sempre motivo di preoccupazione per la sanità pubblica. La vera sfida è quella di sensibilizzare la popolazione, soprattutto quella giovanile, ad utilizzare i metodi di prevenzione, rappresentati dall’uso del profilattico e dai test per riconoscere in modo precoce l’eventuale presenza del virus.
In Italia nel 2015 sono stati registrati 3.444 nuovi casi di infezione da HIV, pari a 5,7 nuovi casi per 100.000 residenti. Negli anni ’80 l’incidenza di nuove diagnosi raggiunse, nel 1987, il picco massimo di 26,8 nuovi casi per 100.000 residenti.
I recenti dati pongono il nostro Paese al tredicesimo posto tra le nazioni dell’Unione Europea. Nel frattempo, però, sono cambiate le modalità di trasmissione del virus: è diminuita la percentuale di consumatori di sostanze stupefacenti per via iniettiva ma, di contro, sono aumentate le infezioni avvenute per trasmissione sessuale. In quest’ultimo caso, l’incidenza attribuibile a rapporti non protetti sale in modo vertiginoso, rappresentando l’85%.
I dati provengono direttamente dal ministero della Salute che, in occasione della Giornata mondiale di lotta all’AIDS, alla presenza della ministra Beatrice Lorenzin, ha organizzato una conferenza stampa per annunciare il piano che il prossimo 13 dicembre sarà sottoposto al Consiglio Superiore della Sanità.
Gli obiettivi principali di tale piano sono: delineare e realizzare progetti finalizzati alla definizione di modelli di intervento per ridurre il numero di nuove infezioni; facilitare l’accesso al test; garantire a tutti l’accesso alle cure; favorire il mantenimento in terapia nei pazienti diagnosticati e in trattamento. Altri punti fondamentali sono il coordinamento dei piani di intervento sul territorio nazionale; la tutela dei diritti sociali e lavorativi delle persone affette dal virus, promuovendo la lotta alla paura che potrebbe sopraggiungere una volta riscontrata la malattia.
Lorenzin: "Situazione migliorata, ma bisogna fare tanta prevenzione"
Al termine della conferenza stampa, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha posto l’accento su quello che la malattia oggi rappresenta e sulle strategie per combatterla: "L'AIDS purtroppo è ancora presente nel mondo – ha detto la ministra- con milioni di casi ogni anno.
In Italia la situazione è ovviamente molto migliorata rispetto ai dati di dieci anni fa, ma ogni anno registriamo nuovi malati. Il nuovo piano nazionale sull’AIDS valuta anche il cambiamento e le nuove criticità che si pongono sulle malattie sessualmente trasmissibili, in particolare in questa. I giovani sono i più esposti, è questo il terreno dove bisogna combattere. Tra i giovani, la maggior parte dei casi è dovuta al fatto che non si usi nessuna prevenzione, non c’è la consapevolezza di poter contrarre una malattia sessualmente trasmissibile, né la possibilità di una diagnosi precoce. Bisogna lavorare molto sulla diagnosi precoce. Il nuovo piano nazionale contro l’AIDS – ha concluso la Lorenzin - mira molto alla prevenzione e alla sensibilizzazione nei confronti di questa malattia, e a cercare di intercettare la persona colpita con una certa celerità in modo da poter garantire una vita il più normale possibile".