Qual è l'esilir di lunga vita? esiste? Detta così sembra che si faccia riferimento a uno di quei rimedi miracolosi che i cerretani del tempo alla Dulcamara andavano a propinare nei paesi, millantandoli come portentosi. In realtà stando a una ricerca condotta dall'University College di Londra esisterebbe un legame diretto tra la capacità di trarre delle sensazioni positive dalla propria vita e la diminuzione del rischio della mortalità. Insomma a prima vista sembrerebbe una sorta di versione del noto adagio popolare chi si accontenta gode. Ma andiamo a vedere più nello specifico questa ricerca.

I risultati della ricerca

I ricercatori hanno preso in esame un campione di 9400 adulti dall'età media di 63 anni. Tutti i partecipanti allo studio hanno dovuto rispondere per 3 volte a intervalli di 2 anni, tra i 2002 e il 2006, a dei formulari in cui veniva chiesto loro se provavano sensazioni del tipo. "Mi piacciono le cose che faccio", "Se guardo indietro alla mia vita provo una sensazione di felicità", "Mi piace stare in compagnia di altri". Una persona su 4 ha risposto negativamente a queste domande, ovvero non provava soddisfazione nel vivere come viveva.

Lo studio è durato fino al 2013. Nel periodo preso in esame da questa ricerca si sono verificati 1300 decessi. Ebbene il numero si sarebbe rivelato maggiore tra quanti non avrebbero espresso un livello elevato di gradimento della propria vita.

Al contrario invece le donne, ma anche chi conviveva o era sposato, aveva un buon lavoro, era ricco e giovane, hanno espresso un alto indice di gradimento della propria esistenza. Insomma un atteggiamento ottimista capace di cogliere tutto quello che c'è di buono in ogni momento della vita sembrerebbe essere premiante.

In questo senso così i ricercatori hanno analizzato quanto è emerso dallo studio: "Questi risultati documentano una associazione dose-risposta tra la mortalità e i livelli di benessere provati nel corso degli anni". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal.