In Inghilterra è ormai un dato di fatto: il terzo lunedì di Gennaio molti lavoratori restano a casa. Ma che cosa è realmente il "Blue Monday"? Venne chiamato così esattamente quindici anni fa dallo psicologo inglese Cliff Arnall che attraverso numerosissimi approfondimenti riuscì a dimostrare la veridicità dello studio in questione. Si è basato, infatti, su calcoli delle probabilità ed equazioni matematiche che però sono state prontamente smentite in seguito da valide teorie scientifiche.

Ecco svelati i veri motivi del "Blue Monday"

I veri motivi che danno avvio alla credenza del "giorno più triste dell'anno sono essenzialmente sei:

1) Le condizioni meteo non sono tra le più favorevoli in questo periodo

2) Il buio regna sovrano e possiamo godere solo di pochissime ore di luce

3) Le festività sono ormai giunte al termine e ci si rende conto anche di questo

4) Si hanno tantissimi sensi di colpa per aver speso decisamente troppo in regali e dolci

5) I sensi di colpa abbracciano anche la sfera del cibo!

Molti di noi, infatti, avranno sicuramente abusato

6) Il ritorno al lavoro non mette certo di buon umore se si considera che si inizia da subito con ritmi particolarmente frenetici

Consigli per non deprimersi in questo "Blue Monday"

1) La pratica dell'attività fisica aiuta in quanto rende energici e pieni di ottimismo

2) Un'alimentazione sana ed equilibrata rende mente e corpo più leggeri

3) Cercare di individuare ciò che davvero vogliamo e porci degli obiettivi concreti

4) Dopo una giornata è buona abitudine concedersi delle ricompense

5) Vivere ogni momento della vita assaporandone ogni attimo

Per fortuna, però, non esiste sono la giornata più triste dell'anno ma anche quella più felice. Qual è? Quella che coincide con il solstizio d'estate, precisamente tra il 21 e il 24 giugno.

Bisogna comunque dire che molti studiosi sono alquanto scettici al riguardo, anche perché la matematica non può calcolare il livello di stress che si trova all'interno di ognuno di noi. Sarebbe paradossale e impensabile. Resta il fatto, però, che in Inghilterra la faccenda è presa davvero sul serio e ormai è diventata una vera e propria tradizione.