A pochi giorni dallo storico accordo nazionale dello Stato con le regioni che "in tempi brevi" stabilirà l'obbligatorietà dei vaccini per l'accesso dei bambini ai nidi e alla scuola materna, su tutto il territorio nazionale, c'è un caso sospetto di meningite nel Salento.
Analisi in corso per un uomo ricoverato nell’ospedale Perrino di Brindisi, un cittadino romeno ma residente a Casarano, nella provincia di Lecce: è stato portato in ospedale nella tarda serata di giovedì in preda a febbre altissima e dolori.
A Casarano però non c’erano posti letto disponibili e così il giovane è stato trasferito al Perrino dove si trova attualmente.
Una situazione che ai medici dell’ospedale di Casarano è apparsa subito sospetta. Dopo aver visitato il paziente ne hanno comandato l’immediato ricovero. Dovrebbe comunque trattarsi di una forma batterica, quindi non contagiosa, ma è scattato comunque il protocollo previsto in questi casi.
Misure di profilassi
Immediatamente deve essere attivata l’indagine epidemiologica, per individuare la possibile fonte di contagio e le persone esposte, da sottoporre a sorveglianza sanitaria ed eventualmente a chemioprofilassi. L’indagine deve essere volta ad identificare conviventi e contatti stretti nel periodo di 10 giorni precedenti l’ultimo contatto con l’ammalato a partire dalla data della diagnosi. I 10 giorni sono il tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria, tenuto conto del massimo periodo di incubazione della malattia; qualora al momento dell’identificazione dei contatti fossero già trascorsi 10 giorni dall’ultimo contatto, gli individui esposti non sono considerati a rischio.
Ma cos'è la meningite meningococcica
La meningite è un processo infiammatorio dell’aracnoide e della pia madre (leptomeningi) provocato dalla localizzazione diretta di un agente patogeno. La malattia è generalmente infettiva: virale, batterica, micotica.
La meningite virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune e di solito meno impegnativa dal punto di vista clinico e delle complicanze, perché in genere si risolve in una decina di giorni senza conseguenze.Gli agenti infettivi che più frequentemente causano la meningite virale sono i virus Echo eCoxsackie, del gruppo degli enterovirus, gli stessi che provocano la gastroenterite virale.
La meningite batterica, invece, è meno frequente, ma estremamente più seria .Gli agenti batterici causali sono numerosi, ma quello più temuto è la Neisseriameningitidis, detto meningococco, che, per la rapida evoluzione e gravità dei quadri clinici – sepsie meningiti – e la possibile diffusione ai contatti, costituisce un’emergenza sanitaria, sia per il caso indice che per la comunità in cui vive.Nella meningite batterica le meningi vengono aggredite da batteri provenienti per via ematica da infezioni di altre parti del corpo, ma questa può svilupparsi anche per contiguità da focolai infettivi vicini, come otiti, mastoiditi, sinusiti; o per via diretta da un’infezione cerebrale derivata da frattura cranica.L’esordio è solitamente improvviso, con febbre elevata, cefalea e vomito, sintomi legati all’irritazione meningea e all’ipertensione endocranica, cioè all’aumento della pressione liquorale all’interno del canale spinale e della scatola cranica, causato dal processo infiammatorio.La diagnosi di certezza, la cui tempestività è di vitale importanza, sia per la prognosi del caso che per i provvedimenti di profilassi dei suoi contatti, viene posta mediante l’esamechimico-fisico e microbiologico, tradizionale e molecolare, del liquido cerebrospinale prelevato mediante puntura lombare o rachicentesi, integrato da emocolture come suggerito dall’inquadramento nosologico nelle malattie batteriche invasive.