In una clinica di Delhi, si sperimenterebbero cicli di cellule staminali su 14 persone, per aberrare la sindrome di Down. A farlo presente, è Geeta Shroff, medico della struttura ospedaliera Nutech Mediworld. I pazienti verrebbero sottoposti ad iniezioni di cellule staminali, per un lasso di tempo ancora indefinito. Questo è tutto ciò che ci è consentito sapere in merito alla ricerca. La Shroff riterrebbe attualmente opportuno non condividere alcun documento che attesti la sua sperimentazione, poichè "lei non ha pari" con i suoi colleghi.

La dottoressa Geeta Shroff accende la speranza sulla cura per la sindrome di Down

Geeta Shroff, medico di una nota clinica indiana, sperimenterebbe la possibile cura per la trisomia 21, servendosi dell'aiuto delle cellule staminali. Le sue brevi rivelazioni però hanno acceso gli animi dei ricercatori di tutto il mondo, tanto da esporre dubbi e contestazioni sul trial: "Chi ha condotto lo studio, sembra non aver idea di dove siano andate le cellule o cosa stiano facendo". Gli esperti si dimostrerebbero angosciati dallo studio della dottoressa, sottolineandone i molteplici rischi e i gravi danni che in questo caso le staminali apporterebbero ai bambini sottoposti alle inoculazioni, ricordando che l'uso di queste preziose cellule è riservato alla medicina rigenerativa.

Le staminali non avrebbero dunque le proprietà conformi a curare una patologia genetica come la sindrome di Down, o meglio, a modificarne i cromosomi presenti nel DNA, poichè questa malattia presenta esattamente un cromosoma in più nel DNA delle persone affette dalla trisomia 21. Infatti, appena la scoperta di questa patologia venne alla luce, ovvero nel lontano '800 grazie al medico inglese John Langdon Down, se ne riconobbero molto presto le caratteristiche psicofisiche come ad esempio il ritardo fisico e mentale, ed altre numerose anomalie, per la quale venne classificata come malattia genetica. Tutt'ora però, risulta impossibile modificare il DNA dei pazienti affetti dalla sindrome di Down.