In Italia, sempre più persone affette da artrosi ed artrite ricorrono all’impianto di protesi anca e ginocchio con tecnica mini invasiva. L’artrosi colpisce più di 4 milioni di italiani, anziani e non solo: comincia a manifestarsi dopo i 40 anni.

La maggior parte dei pazienti ha un’età compresa tra 50 e 80 anni ma può ricorrere all’impianto di una protesi del genere anche l’adolescente affetto da artrite giovanile. In Italia l’artrosi all’anca, ginocchio e mani colpisce il 15% degli adulti e più del 25-30% degli anziani.

Il rispetto del corpo

Quando le terapie farmacologiche (paracetamolo, FANS, oppioidi lievi) per ridurre il dolore non bastano più, nei casi di artrosi grave e invalidante (detta anche gonartrosi per il ginocchio e coxartrosi per l’anca), l’unica soluzione efficace è ricorrere alla chirurgia protesica mini invasiva per l’impianto di protesi anca e ginocchio che sostituiscono l’articolazione compromessa.

La differenza principale tra chirurgia tradizionale e mini invasiva è rappresentata dal fatto che quest’ultima rispetta il corpo e ‘salva’ il più possibile la parte sana e non compromessa di anca e ginocchio (massa ossea, tessuti molli e muscolari).

In particolare, relativamente al ginocchio, preserva se possibile i legamenti crociati (fondamentali per il movimento articolare) mentre, in riferimento all’anca, viene mantenuta una buona parte del collo femorale. Tutto questo per ridurre i rischi di lussazione e consentire una guarigione più rapida.

La protesi monocompartimentale (o parziale) ha il merito di intervenire soltanto su uno o due dei tre compartimenti del ginocchio compromesso per salvare il salvabile, preservare ciò che è sano.

I pazienti avvertono questa protesi più naturale rispetto a quella totale, molto simile a quella del ginocchio sano.

I vantaggi della chirurgia mini invasiva

Ecco i principali vantaggi della chirurgia mini invasiva:

  • Intervento più rapido (un’ora) che, essendo meno invasivo, è anche meno doloroso, traumatico e riduce il gonfiore;
  • Incisione ridotta dei tessuti;
  • Minor perdita di sangue sia durante sia dopo l’intervento;
  • Riduzione dei rischi di lussazione;
  • Tempi di recupero più rapidi;
  • Costi sociali ridotti.

Il paziente potrà sbarazzarsi delle stampelle dopo 7-20 giorni dall’operazione, seguirà una fase di riabilitazione e ci vorranno dalle 2 alle 4 settimane per riprendere le normali attività quotidiane.

Le protesi anca e ginocchio impiantate con la tecnica mini invasiva durano, di solito, dai 20 ai 25 anni.

Il primo intervento in Italia per l’impianto simultaneo di tre protesi

E’ recentissima la notizia del primo intervento simultaneo per l’impianto di tre protesi (una all’anca destra e due protesi monocompartimentali al ginocchio sinistro) eseguito dal Dott.

Michele Massaro, specializzato in chirurgia protesica mini invasiva, presso le Cliniche Humanitas di Bergamo.

Si tratta del primo intervento in assoluto di questo tipo, in Italia, ed è stato eseguito il 7 febbraio.

L’impianto simultaneo di una protesi all’anca ed una al ginocchio non è una novità, ma il Dott. Massaro stavolta ha impiantato contemporaneamente due protesi monocompartimentali (mediale e femoro-rotulea) al ginocchio ed una all’anca ad una paziente romana di 63 anni affetta da coxartrosi grave e gonartrosi.

L’intervento di chirurgia mini invasiva, durato circa due ore (al pari di un’operazione per un singolo impianto eseguito con tecnica protesica tradizionale), è perfettamente riuscito.

La paziente ha subito iniziato la fase di riabilitazione, personalmente seguita dal Dott. Massaro presso la clinica, per il delicato percorso di rieducazione funzionale delle articolazioni operate e potrà tornare a casa al termine dei 10 giorni successivi all’intervento.