La meningite è un virus che non si ferma, e anche se si continua a tranquillizzare la popolazione, il rischio continua ad essere evidente. I casi non sono diminuiti nemmeno in questo inizio 2017 e l'ultimo caso è quello dell'insegnante di 54 anni morta a Milano. Questo caso di meningite ovviamente non preoccupa solo perché rappresenta l'ennesimo da un anno a questa parte, ma per il lavoro che svolgeva la donna. Essendo insegnante in un istituto superiore, era a contatto tutti i giorni con molti studenti. Infatti, se le informazioni sono esatte, prestava servizio in almeno nove classi.

La direzione sanitaria di Milano si è subito allertata per procedere con la profilassi di tutti coloro sono entrati in contatto con l'insegnate deceduta. Professori, studenti, amici degli studenti e familiari di quest'ultimi. Purtroppo essendo una forbice molto ampia, è difficile seguire una linea concreta e precisa.

La meningite continua a far paura

Mentre la meningite continua a fare paura, in Italia si sensibilizza la gente a procedere con il vaccino. L'immunizzazione rimane l'unica soluzione possibile per combattere un virus che ha preso il sopravvento e che per molti anni sarà endemicamente presente sul nostro territorio. Il ceppo della meningite che ha colpito l'insegnante di Milano è ancora da stabilire e per questo i medici dell'ospedale San Paolo stanno eseguendo le analisi specifiche per poterlo determinare.

Qualora si trattasse di un ceppo non contagioso, l'allarme tra amici e parenti cesserebbe.

Meningite, ceppo latente per 15 anni

Per almeno 15 anni la meningite sarà presente in Italia, e sarà un virus endemico che potrà colpire chiunque. Da quanto si è potuto appurare fino a questo momento, anche chi è vaccinato da diverso tempo non è del tutto immune al contagio.

Chi lo prende dopo essersi sottoposto al vaccino però, presenta sintomi meno invasivi e di solito non vi è il decesso della persona infettata. La meningite rimane comunque una malattia da tenere sotto controllo costante e si deve cercare di ridurre al minimo il fattore di rischio. Per fare questo, sarà necessario raggiungere al più presto una soglia vaccinale adeguata, che permetta di ridurre ai minimi termini il rischio di contagio.