L’osteoporosi: prevenzione cura. Negli ultimi mesi si stanno moltiplicando le occasioni dove si parla di osteoporosi. Il 14 febbraio, su Rai3 (Tutta Salute) si parlava di questa patologia, cosa fare per prevenirla e quali cure sono oggi a disposizione per curarla. Il 3 e 4 marzo, a Cagliari, un convegno dal titolo “Osteoporosi: quale realtà?” affrontava il problema da un punto di vista interdisciplinare. Ora si è appena concluso a Firenze un congresso internazionale, organizzato dalla WCO-IOF-ESCEO, dove ha visto riuniti migliaia di esperti. Al termini dei lavori è stato lanciato un messaggio: l’osteoporosi si può prevenire, ma bisogna iniziare da subito, sin da bambini.
In Italia ne soffrono quasi cinque milioni di persone
Interessa circa l’8% della popolazione, di cui il 70% sono donne. Stiamo parlando di osteoporosi, una patologia associata alla perdita di calcio delle ossa, che diventano più fragili fino ad arrivare alla frattura. Una condizione che si aggrava con il passare degli anni. Ma quando arriva diventa difficile eliminarla ma la si può controllare. E allora?
Gli esperti sono concordi sull’utilità della prevenzione, come unica soluzione per non ritrovarsi in età avanzata con una fragilità ossea che minaccia di causare fratture al minimo sforzo. Ma quando iniziare la prevenzione? Le linee guida dell’Unione Europea sulla Healthy Aging, ovvero invecchiare in salute, raccomandano di iniziare sin da giovani, anzi, meglio iniziare dall’età di 4-5 anni.
Calcio e vitamina D sono i due ingredienti alla base di una buona prevenzione dell’osteoporosi. Questi due elementi, se presi in tenerissima età, favoriscono una robusta calcificazione delle ossa, nel passaggio dallo scheletro fetale a quello adulto. A questo va aggiunto una regolare attività fisica ed un’adeguata esposizione al sole.
Seguendo queste indicazioni, per tutta la vita, quindi da giovani e da adulti, si può arrivare alla terza età con una buona calcificazione delle ossa.
Diagnosi e terapie
Un medico per comprendere in che classe di rischio si trova il suo assistito, a qualsiasi età, deve somministragli un questionario: la carta del rischio osteoporosi.
Si tratta di una serie di domande con dei punteggi. Il risultato di questi punteggi darà la classe di rischio osteoporosi del paziente, che va da 1 a 10.
Se un paziente ha subito già una frattura da osteoporosi, allora è un soggetto ad elevato rischio e va quindi immediatamente trattato farmacologicamente. Oggi ci sono farmaci che, se correttamente prescritti e somministrati, assicurano una buona protezione, superiore al 70%, da successive fratture.
E’ in arrivo un nuovo farmaco contro l’osteoporosi, che favorisce la ricalcificazione delle ossa. Si tratta di abaloparatide, risultato molto efficace negli studi clinici condotti su circa 2mila donne in età post-menopausa over 69enni. Nel gruppo trattato con il farmaco, il tasso di fratture vertebrali è stato di 0,58% rispetto al gruppo placebo, dove l’incidenza era decisamente elevata (4,22%).
Sono comunque già disponibili diversi farmaci, erogati gratuitamente dal Sistema Sanitario, a pazienti ad elevato rischio frattura.
In Italia sono segnalati ben 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini con osteoporosi, responsabile di circa 250 mila fratture l’anno, fra cui 80 mila dell’anca e 70 mila del femore. Il messaggio degli esperti, ribadito anche a Firenze, è sempre lo stesso: meglio prevenire! Una corretta alimentazione, un’adeguata esposizione al sole e una regolare attività fisica. E, se proprio necessario, una integrazione di Calcio e Vitamina D.