I linfociti T, una delle tante popolazioni di globuli bianchi del sistema immunitario, sono in grado di riparare la mielina danneggiata nella sclerosi multipla. L'importante scoperta è stata compiuta dai neuroscienziati dell'Università di Belfast, in Irlanda del Nord, e pubblicata su Nature Neuroscience.

Globuli bianchi e sclerosi multipla

I deficit visivi, cognitivi e motori tipici della sclerosi multipla sono dovuti alla progressiva distruzione della mielina, ovvero lo strato isolante che protegge e nutre i neuroni e rende la comunicazione tra di essi più rapida ed efficace.

Per ragioni ancora in gran parte sconosciute, nella sclerosi multipla il sistema immunitario attacca la mielina e la distrugge rendendo, a lungo andare, lenta e poco affidabile la comunicazione tra i neuroni e, quindi, tra i diversi centri nervosi.

Tuttavia, il sistema immunitario sembra svolgere una duplice funzione in questo caso. In particolare, i linfociti T, una delle famiglie di globuli bianchi che circolano nel sangue e contribuiscono a difendere l'organismo da agenti esterni potenzialmente nocivi, nel caso della sclerosi multipla sono al centro di un processo autoimmune, cioè si rivolgono contro l'organismo stesso e, nella fattispecie, contro la mielina. D'altro canto, gli stessi linfociti T entrano in gioco anche nei processi di riparazione della mielina.

I linfociti T-reg e la rimielinizzazione

"I linfociti T non sono costituiti da un'unica popolazione" spiega Yvonne Dombrowski prima firma dello studio "e noi abbiamo ipotizzato che i linfociti T-reg, chiamati così poiché svolgono una funzione regolatrice della risposta immunitaria, fossero responsabili del processo di rimielinizzazione, ossia di ricostruzione della guaina mielinica".

Per verificare la loro ipotesi, i neuroscienziati dell'Università di Belfast hanno studiato un gruppo di topi affetti da sclerosi multipla, ma privati dei linfociti T-reg e hanno osservato che i processi di rimielinizzazione erano insufficienti. Una volta reintrodotti i linfociti T-reg negli stessi topi, i ricercatori di Belfast hanno rilevato la capacità di queste cellule di stimolare la crescita degli oligodendrociti, ovvero delle cellule di supporto che nel sistema nervoso centrale producono la guaina mielinica.

Lo studio è di importanza cruciale, dato che suggerisce come la mielina possa essere rigenerata e apre la strada a nuove terapie contro la sclerosi multipla.