Se bere troppo caffè può avere per tutti conseguenze indesiderate, tre tazzine al giorno sarebbero il consumo auspicabile, almeno per quanto riguarda gli uomini: infatti i risultati di una recente ricerca dimostrano che la gustosa bevanda potrebbe avere degli effetti significativi nella prevenzione del cancro alla prostata.
La ricerca del Molise approda su International Journal of Cancer
La ricerca che ha portato all'individuazione dei benefici arrecati alla Salute della prostata tramite il consumo di almeno tre tazzine di caffè al giorno, non viene da lontano.
Essa, infatti, è il prodotto di quattro anni di indagini che hanno visto la collaborazione tra Istituto superiore di sanità, Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma e Istituto Neurologico Mediterraneo di Pozzilli. L'indagine scientifica si inserisce nell'ambito di un più ampio progetto di studio epidemiologico, chiamato "Moli-sani". La ricerca, in questo caso, si è soffermata su un campione di circa 7.000 persone di sesso maschile e di età superiore ai cinquant'anni. I risultati dello studio, pubblicati sulla prestigiosa rivista di settore "International Journal of Cancer", evidenziano le proprietà preventive dell'alcaloide meglio noto come caffeina. George Pounis, ricercatore dell'Istituto Neurologico Mediterraneo, ha spiegato che proprio la caffeina ha aperto nuovi scenari verso la prevenzione del cancro alla prostata: estratti di caffè puro e decaffeinato sono stati testati su cellule tumorali coltivate in laboratorio.
Dai riscontri effettuati, è emerso che la caffeina è in grado di garantire una riduzione della proliferazione e della tendenza a metastatizzare da parte delle cellule cancerose.
La caffeina però, da sola non garantirebbe i benefici riscontrati in laboratorio: sembra, infatti, che anche la preparazione e la modalità di assunzione del caffè siano di precipua importanza.
Come ha sottolineato la responsabile del laboratorio di Epidemiologia molecolare dell'istituto di Isernia, la dottoressa Licia Iacoviello, il consumo della bevanda secondo tradizioni nostrane, ossia a pressione e temperatura elevate e senza l'impiego di filtri, renderebbe più efficace la capacità di prevenzione della caffeina.
Il metodo di preparazione "all'italiana" consentirebbe una concentrazione più alta di sostanze bioattive. Ad ogni modo, la correlazione tra preparazione del caffè e prevenzione dovrà essere ulteriormente approfondita.
La notizia riscatta, in qualche modo, una bevanda che in passato è finita sotto i riflettori, perché considerata un potenziale fattore cancerogeno per tumori, come quello alla vescica. Questa supposizione è stata prontamente smentita dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro e dall’Organizzazione mondiale della sanità. In ogni caso, la principale raccomandazione è quella di non consumare caffè ad una temperatura eccessivamente alta, per evitare lesioni nell'area della bocca o rischi anche peggiori.