La discinesia tardiva è un disturbo neurologico che si origina normalmente come effetto collaterale di un trattamento farmacologico in pazienti con patologie psicotiche croniche. E’ caratterizzato da movimenti involontari e ripetitivi del viso, con smorfie, movimento delle labbra, protrusione della lingua e, in alcuni soggetti, può interessare anche gli arti o dare difficoltà respiratorie. Dopo uno studio clinico di efficacia, valutato su 234 pazienti, è stato approvato il primo farmaco per il controllo di questa sintomatologia. Il nuovo farmaco, dopo un trattamento di sei settimane, è riuscito ad attenuare i movimenti involontari anomali.

Una nuova pietra miliare della farmacologia

Ogni volta che un nuovo farmaco viene approvato per il trattamento di una malattia per la quale fino a quel momento non c’erano farmaci, si dice che è un first-in-class (il primo della classe) non nel senso scolastico – cioè che è il più bravo – ma nel senso che finalmente si dispone di un primo trattamento farmacologico per una determinata patologia.

L’approvazione da parte della FDA di valbenazine, nome commerciale Ingrezza - della Neurocrine Biosciences biotech di San Diego, California (circa 4 miliardi di fatturato), fondata nel 1992 con l’intento di sviluppare farmaci nell’ambito neurologico ed endocrino, da cui il nome - rappresenta una pietra miliare per questa patologia.

L’approvazione è arrivata dopo aver superato diversi studi clinici, per l’esattezza 18. Ma è stato lo studio di Fase 3 chiamato Kinetic 3, che ha fornito le evidenze necessarie all’approvazione. In questo studio sono stati coinvolti 234 pazienti affetti da disordine dell’umore e schizofrenia, da moderato a grave, a cui ogni giorno è stato somministrato una capsula da 80 mg di valbenazine.

Dopo sei settimane, i pazienti trattati avevano visto attenuati significativamente i loro movimenti involontari anomali, valutati in confronto ad un gruppo placebo. Anche il gruppo trattato con una dose ridotta, 40 mg al giorno, ha visto migliorato le proprie condizioni ma in misura ridotta rispetto all’altro gruppo, con 80 mg.

Il farmaco agisce come inibitore del trasporto vescicolare della monoamina 2 (VMAT2), proteina cerebrale preposta al controllo dei livelli di dopamina, noradrenalina, serotonina e istamina. Un’alterazione del funzionamento della VMAT2 può causare, nel cervello, un innalzamento dei livelli di dopamina causando patologie come la discinesia tardiva ma anche alla sindrome di Tourette, la Corea di Huntington, la schizofrenia, e forme di distonia tardive. Il farmaco è altamente selettivo e non ha alcuna azione, ad esempio, su VMAT1, proteina preposta invece al controllo dei canali ionici.

In realtà, con lo stesso meccanismo (inibitore di VMAT2) esiste anche un altro farmaco, la Tetrabenazina, prescritto per il trattamento della Corea di Huntington, ma anche nei casi di discinesia tardiva da moderata a severa invalidante.

Si tratta di una vecchia molecola, sintetizzata da Roche nel 1958 e, dagli anni 60’, indicata come antipsicotico, poi ritirata per gli effetti tossici. Finora è stata ancora prescritta per la discinesia tardiva ad un dosaggio di 25 mg al giorno.

Cos’è la discinesia tardiva?

Si tratta di una patologia caratterizzata da movimenti involontari ripetitivi, solitamente della mandibola, labbra e lingua. Il paziente fa schioccare le labbra, fa delle smorfie, ha protrusione della lingua, e altri movimenti facciali ma la malattia può interessare anche gli arti o dare difficoltà respiratorie.

Normalmente si scatena come effetto collaterale di terapie con antipsicotici, assunti in cronico per il controllo di patologie come schizofrenia e disturbo bipolare, depressione e, in alcuni casi, anche con farmaci per il controllo di disturbi gastrointestinali. Purtroppo, una volta comparsi questi sintomi sono raramente reversibili. Solo negli Stati Uniti si stima siano 500mila i pazienti interessati da discinesia tardiva.