Una stimolazione vagale esterna potrebbe dare "la scossa" al sistema immunitario rendendolo più capace di lottare contro le malattie autoimmuni. Secondo alcuni scienziati il collegamento tra sistema nervoso e immunitario, sperimentato attraverso una procedura particolare, potrebbe rivoluzionare il trattamento di malattie come Artrite reumatoide, Morbo di Crohn e Lupus. La prima "cavia" per questo esperimento, chiamata Katrin per tutelare la sua privacy, interrompe 6 volte al giorno la sua routine per usare un piccolo magnete mettendolo a contatto con la pelle sotto la clavicola.

Il magnete provoca una vibrazione per 60 secondi e rende al soggetto la voce leggermente tremante.

Il magnete innesca l'accensione del dispositivo sottocutaneo che emette impulsi elettrici dell'ordine di milliampere, come avviene negli apparecchi acustici. Gli impulsi servono alla stimolazione del nervo vago, il tratto nervoso che parte dal tronco encefalico per innervare cuore e intestino e tutte le regioni regolate dal sistema simpatico. La stimolazione del vago è in uso fin dagli anni '90 per la cura dell'epilessia e dal 2000 per il trattamento della depressione. Katrin, che ha 70 anni ed è un'istruttrice di fitness di Amsterdam, utilizza la stimolazione per curarsi dall'artrite reumatoide.

L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune che genera una risposta distruttiva nei confronti della cartilagine delle articolazioni e ad altri tessuti. La donna è considerata una cavia perché pur se la ricerca tra il rapporto tra sistema nervoso e immunitario dura già da 20 anni, lo studio di cui lei fa parte è stato avviato sugli esseri umani per la prima volta 5 anni fa.

La stimolazione del vago

Un autorevole neurochirurgo di New York, Kevin Tracey, afferma che il nervo vago è il principale tramite per connettere nervoso e sistema immunitario e con la stimolazione elettrica potrebbero essere curate molte malattie autoimmuni, come Lupus e Crohn. Anche le aziende farmaceutiche danno credito a questo tipo di approccio terapeutico, dal momento che stanno già iniziando ad investire nei cosiddetti "elettroceutici", ovvero dei dispositivi che possono regolare l'attività dei nervi per la cura di malattie cardiovascolari e metaboliche.

Il Dr. Tracey sta cercando di organizzare diversi team per svolgere ricerche in questo senso: alcuni suoi colleghi neuroscienziati gli hanno fatto presente che i circuiti neurali che subiscono gli effetti antinfiammatori non sono stati ancora ben compresi; nonostante ciò Tracey ritiene che la potenzialità della stimolazione elettrica possa essere enorme. Anche diabete, ipertensione ed emorragie potrebbero essere combattute dando "una scossa al vago" ed inoltre con questa terapia non si somministrerebbero medicinali.