Il morbo della mucca pazza è tornato a spaventare il Nord Italia. Il nuovo caso sospetto ha interessato una donna di Padova, da un mese ricoverata all'ospedale Sant'Antonio della città veneta. Le sue condizioni sono gravi. Al momento, come riferisce il portale PadovaOggi, gli accertamenti avrebbero confermato che la signora sia affetta dalla malattia di Creutzfeldt-Jakob. Tale morbo, ricordiamo, conduce alla morte. Prima del nuovo trasferimento a Padova, la donna è stata visitata all'ospedale di Verona. Stando al racconto de "Il Gazzettino", riportato da PadovaOggi, sarebbe proprio a Verona che i medici, in seguito ad un particolare esame, avrebbero scoperto il contagio.

L'incubo del morbo

Inizialmente, la donna di 75 anni era stata ricoverata a Padova per via di gravi problemi motori e cognitivi. La situazione, dopo pochi giorni, si è aggravata, tanto che i familiari della paziente hanno optato per il trasferimento all'ospedale di Verona. Qui, l'anziana è stata sottoposta ad un primo esame, che avrebbe dato esito positivo. Però, per avere la certezza assoluta, stando a quanto filtra dalla struttura ospedaliera, è necessario attendere i risultati dell'esame autoptico.

Qual è l'impatto del morbo della mucca pazza sugli esseri umani? Si hanno difficoltà nel ricordare, nella deambulazione, nel parlare. Tra i sintomi, anche l'impossibilità di stare semplicemente in piedi oppure dolori agli occhi, la bocca e orecchie, ovvero ai nostri sistemi sensoriali.

La donna di Padova, attualmente ricoverata, avrebbe perso parte della memoria e avrebbe gravi problemi motori. Generalmente, la conferma ufficiale dell'esatta variante del morbo contratta dal paziente arriva soltanto dopo l'esame autoptico, quindi post-mortem. Secondo quanto scritto dalla giornalista Marina Lucchina per "Il Gazzettino", la determinazione della variante, quella sporadica o bovina, avverrà esclusivamente attraverso l'autopsia.

L'ultimo caso sospetto di mucca pazza si è registrato nel febbraio di quest'anno, a Roma, dove un uomo di 62 anni ha perso la vita un mese dopo il ricovero, che risaliva al 5 gennaio. Prima di allora, c'era stato un altro caso in Salento, nel 2015, mentre l'anno precedente (2014 ndr) i casi complessivi erano stati sette. Per rimanere aggiornato sulla vicenda della donna di Padova e su eventuali nuovi casi sospetti cliccate il tasto Segui in alto a destra.