Il morbo di Alzheimer, che colpisce il 15% della popolazione oltre i 65 anni, aumenterà per via della crescita della popolazione ultrasettantenne; ad oggi i trattamenti farmacologici non riescono a rallentare o bloccare il deterioramento neuronale.

I ricercatori dell’USDA Human Nutrition Research Center on Aging, Tufts University di Boston, hanno dimostrato che esiste un alimento contenente una sostanza molto potente, in grado di prevenire la degenerazione cerebrale.

Si tratta dell’avocado, contenente la sostanza carotenoide luteina, in grado di passare la barriera ematoencefalica e di accumularsi nel cervello e nella retina (come pigmento nella regione maculare).

Gli scienziati hanno condotto uno studio di 6 mesi su 48 soggetti, di età compresa tra 54 e 72 anni, normopeso e sani; ai partecipanti è stata somministrata una porzione giornaliera di avocado (135 gr) in confronto ad un gruppo di controllo ricevente una patata o una tazza di ceci. In più riprese sono stati misurati i parametri metabolici (colesterolo e trigliceridi) e le attività cognitive.

Solo per il gruppo dell’avocado è stato osservato un miglioramento significativo delle funzioni cognitive: attenzione, memoria e fluenza verbale, valutate mediante touch-screen di un tablet.

Il consumo di avocado come raccomandazione dietetica può essere una strategia per prevenire la degenerazione dei neuroni.

Meccanismo di azione

Il danno ossidativo e infiammatorio indotto dai radicali liberi nelle membrane cellulari e nel DNA può distruggere la funzione delle cellule normali e portare alla morte neuronale, contribuendo alla patogenesi dell’Alzheimer e ai deficit cognitivi.

Il cervello, infatti, è vulnerabile all’attacco dei radicali liberi a causa del suo basso contenuto di antiossidanti e all’elevata attività metabolica.

La dieta contenente agenti antiossidanti e antinfiammatori può ritardare l’estensione del danno ossidativo ai tessuti neurali e avere un’enorme efficacia sul rallentamento cognitivo e lo sviluppo di malattie neurologiche.

Nello studio in oggetto è stato riscontrato un accumulo di luteina nel tessuto neuronale della corteccia occipitale, temporale, frontale del cervello, nel cervelletto e nella retina dell’occhio; ha migliorato la comunicazione interneuronale e la funzione visiva come filtro di luce blu, è risultata antagonista della degenerazione maculare correlata all’età, una causa di grave danno alla vista.

Il carotenoide, antiossidante e antinfiammatorio, è presente, oltre che nell’avocado, anche negli ortaggi a foglie verdi, broccoli e uova.

Lo studio

I soggetti reclutati hanno assunto, mediante avocado fresco o mescolato in un pasto come zuppa, gelato, salsa, frullato o pesto, una quantità minima di luteina (0.5 mg) e acidi grassi monoinsaturi (13 gr).

Questa dose è apparsa estremamente efficace nell’aumentare la luteina nel siero, nonostante la ridotta quantità in un avocado di medie dimensioni.

L’effetto è stato motivato dall’azione degli acidi grassi monoinsaturi contenuti nell’avocado, che aumentano il colesterolo HDL, maggiore trasportatore della luteina dal circolo sanguigno al cervello e che riducono il colesterolo LDL e i trigliceridi; la natura lipidica dell’avocado facilita, dunque, la biodisponibilità della luteina.

Nonostante l’assunzione di un avocado al giorno sia stata percepita dai partecipanti allo studio come carica di grassi, non c’è stato un guadagno significativo di peso, grazie al senso di sazietà avvertito.

E’ interessante notare che in uno studio precedente la somministrazione di un integratore a base di luteina (12 mg al giorno per 4 mesi) non era stata così efficiente come l’avocado in termini di luteina nel siero (0.22 nmol/L verso 0.93 nmol/L) e concentrazione nel pigmento maculare, meno della metà rispetto a quella rilevata con l’avocado.