Tornano temibili malattie debellate in Italia da trent'anni come tifo e malaria? In effetti, in questi ultimi giorni di estate 2017 stanno arrivando delle brutte notizie in tal senso. E mentre si indaga sulla tragica scomparsa di una bimba di quattro anni, deceduta a Trento perché contagiata dalla malaria pur senza essersi mai recata in paesi in cui la malattia è endemica, in Italia si registra anche un caso di tifo dopo trentacinque anni. Un giovane di nazionalità svizzera ma, a quanto risulta, proveniente dall'India, è stato ricoverato in gravi condizioni il 12 agosto scorso all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine con i sintomi di uno shock settico.
Solo grazie alle immediate cure ospedaliere - ricevute tramite il tempestivo intervento dell'elisoccorso - è stato possibile considerare l'uomo fuori pericolo di vita. Il ragazzo si trovava in Friuli, nei pressi del paese di Tramonti di Sopra per partecipare al Rainbow Gathering, un mega-raduno che ha attratto nella radura friulana circa 3mila persone provenienti da tutta Europa.
Come si è verificato il contagio da tifo?
Le analisi ospedaliere hanno confermato la febbre tifoide: nelle feci del giovane è infatti stata trovata la "salmonella typhi". Il tifo è una malattia infettiva che si trasmette attraverso urine e feci, diffusa nei paesi con precarie condizioni igienico-sanitarie. La contaminazione può essere diretta: ci si può infettare direttamente attraverso cibi o acque contaminate, o tramite il contatto con altre persone che non si sono lavate accuratamente prima e dopo aver usato il bagno.
E se il giovane è guarito, ora c'è un po' di preoccupazione tra i partecipanti al raduno, che attraverso i social network stanno diffondendo informazioni e precauzioni sulla malattia a tutti gli altri, in modo da osservare l'eventuale comparsa di sintomi in se stessi e nei propri contatti, per correre eventualmente subito ai ripari.
L'incubazione della malattia varia da una a tre settimane, e i soggetti non trattati farmacologicamente possono rimanere portatori del batterio fino a tre mesi, in rari casi anche cronici (fonte Iss). La terapia antibiotica è molto efficace e accorcia il decorso della patologia. Niente panico, quindi, per i partecipanti al Rainbow friulano e per i loro conoscenti, ma attenzione e cautela.
La bimba morta di malaria è entrata in contatto con la zanzara?
Quanto alla malaria, una malattia debellata dal dopoguerra in Italia, dopo la bonifica di aree paludose come l'agro pontino o la Sardegna dove era ancora endemica, l'infezione viene trasmessa dalla zanzara "Anopheles", diffusa in paesi come Africa e Asia. La notizia della bambina di quattro anni deceduta nella notte tra domenica e lunedì scorsi a Trento, pur non avendo mai visitato zone del mondo in cui la malattia è endemica, lascia quindi sconcertati. Una delle "piste" attualmente al vaglio degli investigatori è un suo precedente ricovero, nei giorni di metà agosto, in ospedale a Trento, in un reparto dov'erano ricoverati nello stesso periodo due ragazzi affetti da malaria contratta nei paesi di provenienza, ora guariti.
Difficile però, nonostante gli ispettori inviati dal ministero e la disinfestazione prontamente messa in atto dall'azienda sanitaria nel reparto interessato, ipotizzare un contagio ematico tra i piccoli pazienti. In Italia la malattia non è endemica ma è "autoctona", cioè viene denunciata tra chi la contrae in varie circostanze specifiche (ad esempio viaggi all'estero, zone aeroportuali dove accidentalmente viene importata la zanzara "Anopheles", o siringhe infette). Resta, quindi, da capire come la bimba sia entrata in contatto con l'infezione. Secondo gli esperti, comunque, è improbabile un ritorno della malaria in Italia. Giuste precauzioni, informazione e attenzione, ma niente allarmismi.