In Cina, un team medico dell'Università di Harbin, guidato dal chirurgo Xiaoping Ren, ha realizzato il primo trapianto di testa umana nella storia. Senza ombra di dubbio, si tratta di un'operazione molto complessa anche da immaginare, ma presto potrebbe diventare una realtà concreta. A dare la strabiliante notizia, durante una conferenza stampa tenuta a Vienna, è stato il neurochirurgo italiano Sergio Canavero che ha fatto parte dell'equipe medica.
L'intervento, effettuato su un cadavere e durato ben 18 ore, consiste nell'espiantare la colonna vertebrale insieme alla testa, per poi trapiantarla su un altro corpo che, dopo alcune settimane di coma farmacologico, dovrebbe riuscire a fare i primi movimenti e a dare i primi segni di vita.
L'esperimento è stato dapprima effettuato su 9 topi, riscontrando un esito positivo, e successivamente su cani e primati, mentre il prossimo passo riguarderà un essere umano donatore in morte cerebrale. In tal senso, pare che ci sia già un volontario, Valery Spiridonov, un 31enne russo affetto dalla sindrome di Werdnig-Hoffman che lo ha portato alla completa paralisi. Il governo russo, però, non vuole supportare il progetto che, di conseguenza, verrà finanziato dalla Cina ma solo su un connazionale disposto a sottoporsi al delicato intervento.
Il punto di vista di Sergio Canavero
Secondo Sergio Canavero questo tipo di operazione potrebbe servire a migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da paralisi, malattie neuro-degenerative, atrofie muscolari e cancro.
Il medico considera quest'intervento come un'occasione unica per rivalutare la nostra visione dell'esistenza, della morte e della coscienza umana. È dal 2013 che il neurochirurgo lavora a questa nuova frontiera della Scienza medica, sostenendo che sia un'operazione possibile.
Lo scetticismo dei medici
Secondo una parte della comunità scientifica, questo Trapianto sarebbe poco probabile da realizzare con successo, considerate le evidenti difficoltà nel riconnettere i tronconi del midollo spinale.
Alcuni esperti, inoltre, sostengono che l'esperimento effettuato sui cadaveri presenti già delle lacune, chiedendosi se hanno subito delle asportazioni di organi o se sono stati utilizzati dei sistemi di supporto. Di conseguenza, secondo loro risulterebbe impossibile ottenere una perfetta riconnessione del midollo.
Problema di moralità
Ovviamente gran parte dell'opinione pubblica si è opposta a questa prospettiva, considerandola decisamente immorale, se non addirittura disumana. Per questo motivo, è necessario chiedersi se questo progetto va considerato sotto l'aspetto umano, tenendo conto anche dalle emozioni e dei giudizi etici, oppure se bisogna considerarlo in termini scientifici, soffermandosi sull'aspetto tecnico e sugli eventuali progressi della medicina in questo campo. Naturalmente il dibattito è aperto e anche piuttosto serrato, con i promotori della ricerca decisi nel portare avanti la sperimentazione, e una parte della comunità scientifica che è piuttosto scettica e che invita a tener conto anche dei risvolti morali di questo tipo di trapianto.
Vedremo come proseguirà la vicenda, ma se davvero il progetto si dovesse concretizzare, è innegabile che rappresenterebbe un grosso passi in avanti per la scienza. Il prossimo step per il trapianto dovrebbe essere ormai imminente.