Sono ormai saliti a 6 i casi di scabbia tra alcuni pazienti di un reparto dell'Ospedale Casa della divina provvidenza Opera di Don Uva di Foggia che sono stati contagiati dall'acaro responsabile di questa forte infezione e irritazione alla pelle. Il direttore sanitario Rosario Garofalo ci tiene a precisare che sono state già messe in atto tutte le procedure relative alla profilassi necessaria alla guarigione dei soggetti contagiati e che non si tratta di un caso raro in quanto è possibile tale evento in luoghi in cui si vive a stretto contatto.

I degenti contagiati sono anziani curati nella RSA dell'ospedale, cioè nella Residenza Sanitaria Assistita, divisa da quella medica; oltre a loro anche alcuni operatori socio-sanitari hanno contratto la Scabbia.

Garofalo comunque sottolinea che i soggetti colpiti sono già stati messi in quarantena e grazie a tutte le cure effettuate su di loro, in circa due settimane saranno guariti; vengono applicate delle semplici pomate sulla pelle, vengono sostituite lenzuola e materassi quotidianamente e ancora tutto il personale sanitario utilizza guanti e camici usa e getta. Il direttore, inoltre, conferma che bisogna evitare qualsiasi tipo di allarmismo in quanto all'interno della struttura non si evidenziano assolutamente problemi di scarsa igiene che potrebbero far pensare al contagio stesso.

Al Don Uva ci sono anziani con residenza fissa ormai

L'origine di questo contagio di scabbia non si può conoscere con esattezza dal momento che all'interno dell'ospedale sono presenti anziani ormai da lunghissimo tempo in quanto abbandonati alle cure dell'istituto,diverse visite, gente che viene trasferita dal pronto soccorso, quindi l'acaro responsabile potrebbe essere arrivato in qualsiasi modo.

Sterilizzando comunque tutto ciò che entra in contatto con il degente, si può procedere tranquillamente al debellamento della stessa malattia.

Scabbia: cause, sintomi, trasmissione e cura

Ricordiamo che la scabbia è un'infezione della pelle provocata da un acaro microscopico che depone le sue uova sullo strato superficiale dell'epidermide provocando la comparsa di dolorose protuberanze e vesciche.

L'acaro responsabile è capace di sopravvivere lontano dalla pelle umana soltanto per 36 ore. Al momento dell'accoppiamento, gli acari femmina scavano dei tunnel dove depositano le uova che si schiuderanno dopo 3-4 giorni e libereranno delle larve che si anniderà sulla pelle fino alla sua completa maturazione: c'è bisogno dai 10 ai 13 giorni per diventare un acaro adulto.

Il sintomo più evidente è un forte prurito che in occasione di un bagno o di notte quando si è sotto le coperte, di solito peggiora perchè l'attività degli acari aumenta in presenza di calore. A livello cutaneo si presentano delle macchie rosse che causano di solito piaghe e croste se vengono grattate; queste tracce si trovano soprattutto attorno al polso e tra le dita.

Già durante l'incubazione, il soggeto è altamente contagioso e la trasmissione avviene facilmente tramite il contatto prolungato fra pelli diverse o a causa di rapporti sessuali con una persona contagiata.

La cura messa in atto prevede l'applicazione sulla pelle fresca asciutta di creme, oltre ad un accurato lavaggio di indumenti, asciugamani, biancheria e tutto ciò che viene toccato dalla persona infetta.