Sta facendo il giro del mondo la notizia del bambino americano morto a causa di un batterio mangia-carne. La notizia giunge dall’America, da Pilot Rock, città della costa ovest, nello Stato dell’Oregon, dove viveva con la famiglia. Liam Flanagan, bimbo di 8 anni, è deceduto al Doernbecher Children's Hospital di Portland. A raccontare la terribile storia del piccolo è la madre Sara Hebard, distrutta per ciò che è successo ma anche consapevole che incidenti simili non dovrebbero mai più accadere.
Liam morto per un batterio letale
Liam Flanagan stava giocando in bici davanti a casa quando cadendo si è ferito ad una coscia, precisamente vicino all’inguine.
La madre lo ha subito soccorso portandolo al pronto soccorso di Pendleton, dove il bambino è stato medicato e mandato a casa con sette punti. Sembrava tutto apposto, una vicenda che poteva chiudersi senza conseguenze e invece quello che è accaduto dopo ha dell’incredibile.
Dopo alcuni giorni Liam continuava a lamentare dolore e dopo un veloce ricovero è stato operato d’urgenza nel vicino ospedale di Pendleton per poi essere trasferito a al Doernbecher Children's Hospital di Portland, vista la gravità della situazione. Il bimbo ha poi subito altre tre operazioni ma il batterio mangia carne aveva ormai invaso anche i muscoli e dopo 8 giorni di sofferenze il piccolo è morto lasciando nello sconforto la famiglia che mai avrebbe pensato a tale epilogo.
Dopo alcuni giorni dall’incidente in cui il bambino si era ferito col manubrio, la ferita era diventata rosso porpora e nonostante le medicazioni della madre sembrava non riuscire a riprendersi. Ricoverato subito gli è stata diagnosticata una fascite necrotizzante, una malattia mortale nel 30% dei casi e che infatti non ha lasciato scampo al bimbo.
A Portland è stato operato 3 volte, gli hanno amputato gli arti e la mamma pensava che alla fine potesse farcela, anche se non aveva più la parte destra del corpo.
Che cos’è la fascite necrotizzante
La fascite necrotizzante invade in maniera aggressiva i tessuti, provocando bolle e vescicole fino alla necrosi dei tessuti stessi.
Se presa in tempo può essere curata con antibiotici o amputando gli arti ma nel 30% dei casi è mortale, come accaduto al bambino americano. Questa malattia è causata da vari batteri tra cui anche streptococco, E.coli, Staphylococcus aureus, Aeromonas hydrophila, Clostridium e Klebsiella, è rara e spesso deriva dalle acque infette. Negli Usa, infatti, sono stati segnalati alcuni casi dopo gli uragani Harvey e Irma.