Due cuccioli di Macaco, nati otto e sei settimane fa, sono i protagonisti di un importantissimo esperimento di clonazione, per la prima volta riuscito su un Primate (stessa Famiglia dell'uomo). Le scimmiette hanno lo stesso patrimonio genetico senza essere gemelle, clonate in laboratorio con la stessa tecnica della pecora Dolly. Si tratta di un avanzamento tecnologico che spiana la strada alla futura possibilità di riprodurre in laboratorio esperimenti su gruppi di primati aventi un patrimonio genetico perfettamente modificabile e replicabile.
Importanza scientifica dell'esperimento e possibili implicazioni in campo biomedico
In precedenza altri esperimenti di clonazione sono stati effettuati sulle scimmie, ma con la tecnica della fissione embrionale: le cellule dell'embrione vengono scisse ottenendo due o più embrioni identici. Per i macachi cinesi, invece, è stata utilizzata una tecnica molto più avanzata: il nucleo di una cellula uovo viene rimosso e sostituito con il nucleo di una cellula somatica del donatore. La nuova cellula prodotta ha la capacità di svilupparsi divenendo un clone del donatore.
I ricercatori sono riusciti ad identificare i meccanismi che consentono di stimolare o isolare determinati geni per consentire ad una cellula somatica di tornare ad una condizione tale da essere indirizzata ad uno sviluppo diverso.
La tecnica messa a punto, da quanto si apprende dall'equipe che ha condotto l'esperimento, permetterebbe di approfondire lo studio della biologia dei primati, producendo scimmie con patrimonio genetico identico ad eccezione di un singolo gene. La scoperta scientifica potrebbe essere applicata allo studio di malattie gravi quali il cancro, le malattie del sistema immunitario e metabolico anche per valutare l'efficacia di farmaci prima dell'uso.
Possibili evoluzioni e questione etica
L'Epigenetica, la nuova branca degli studi genetici, si occupa dei cambiamenti che influenzano il fenotipo senza influenzare il genotipo e di tutte le modificazioni ereditabili. Comprendere in che modo l'ambiente esterno interviene sul DNA modificandolo e cedendo il passo a nuove malattie è molto importante, ma apre un serio dibattito su temi etici.
Il Vaticano ha espresso preoccupazioni ed ha parlato di minaccia per il futuro dell'uomo.
Sul tema della clonazione animale la Chiesa non ha mai espresso una condanna, lasciando libera valutazione agli scienziati. L'applicazione della clonazione alla scimmia, un primate molto simile all'uomo, però, suscita molte perplessità per il rischio che qualcuno possa ritenerlo l'ultimo passo per la clonazione dell'uomo, evento che la Chiesa non potrebbe mai approvare. Il dibattito rimane acceso perché è difficile comprendere fino a che punto un ricercatore sia capace di porsi dei limiti nelle ricerche.
Nonostante i possibili benefici che si potrebbero trarre da questi studi, di fatto rimane il pericolo di un uso improprio: una tecnologia così delicata nelle mani sbagliate potrebbe condurre a conseguenze disastrose per l'umanità intera. Consapevoli delle possibili conseguenze e applicazioni, gli scienziati stessi auspicano una celere regolamentazione del settore biomedico.