Ad alcuni potrà sembrare alquanto strano ma, a quanto pare, il Trapianto di feci sarebbe in grado di sconfiggere i germi resistenti agli antibiotici ospedalieri. La tecnica viene chiamata "Fecal microbiota transplantation" e consiste, appunto, nell'introduzione di materiale fecale da un portatore sano ad un individuo affetto da infezioni incurabili. La ricerca è ancora in fase di approfondimento e sperimentazione, ma i risultati ottenuti fino ad ora fanno ben sperare. Ecco tutti i dettagli.

Il problema delle infezioni incurabili

Il reparto Malattie infettive dell'ospedale San Gerardo di Monza spera di devitalizzare, attraverso questo tipo di trattamento, alcune infezioni del tratto gastro-intestinale, in particolare la "Klebsiella Pneumoniae Carbapenemasi".

Quest'infezione è in grado di resistere agli antibiotici, e molto spesso può condurre alla morte. L'Italia è uno degli Stati più colpiti da tale problematica, e proprio a causa dell'aumento di casi di KPC, è stata avviata la ricerca sulle feci.

Andrea Gori, responsabile del Dipartimento di medicina interna e dell'U.O. Malattie infettive dell'ospedale monzese, ha spiegato che il tasso di mortalità nei pazienti affetti da questo tipo di infezioni è dell'80%, una percentuale molto elevata. La problematica colpisce maggiormente i soggetti più deboli a livello di difese immunitarie, e anche coloro che hanno subito da poco un intervento. Il trapianto delle feci è stato introdotto e studiato dopo aver riscontrato la sua efficacia nell'eliminazione del "Clostridium Difficile" (batterio responsabile delle coliti e difficilmente trattabile).

Lo studio

Lo studio si basa su 25 pazienti affetti da "Klebsiella Pneumoniae Carbapenemasi", e prevede la pulizia dell'intestino, prima di iniettare del nuovo materiale fecale proveniente da un soggetto sano ed in ottima Salute. L'introduzione della sostanza avviene tramite un sondino naso-digiunale, e serve a ripristinare la flora batterica, eliminando le sostanze nocive per l'organismo.

I risultati del trattamento si possono constatare già dal primo mese in alcuni casi, mentre in altri dai 3 ai 6 mesi.

Fino ad ora la sperimentazione ha offerto dei risultati incoraggianti già dal primo mese. Tuttavia, non è ancora giunto il momento di cantare vittoria, perché si dovrà vedere valutare l'effetto del trapianto delle feci per un periodo più lungo.

Qualora i riscontri positivi dovessero risultare duraturi, si provvederà ad approfondire ulteriormente la ricerca, affinché la nuova cura possa essere applicata ad un numero sempre più ampio di persone. Non ci resta, dunque, che attendere ulteriori aggiornamenti per saperne di più sulla vicenda.