Dopo una epidemia di morbillo, avvenuta nel sito Disneyland di Anaheim, in California, dal 2014 lo Stato ha imposto l’obbligatorietà vaccinale. Sul fronte opposto lo stato dell’Oregon che, sempre nello stesso periodo, ha deciso di passare ad una vaccinazione di massa basata sulla volontarietà, ovvero ogni genitore può decidere liberamente se vaccinare o meno i propri figli. A distanza di pochi anni, in California la copertura vaccinale è aumentata del 20-30% mentre nell’Oregon è passata dal 95% al 30%. Con conseguenze facilmente intuibili.

Una questione di buon senso

Quando le conoscenze fanno passi avanti, i più ne approfitteranno per migliorare la loro condizione ma ci saranno sempre coloro che guarderanno questi progressi con sospetto. E’ quanto sta succedendo con i vaccini, una querelle che ormai dura da troppo tempo e che vede contrapposti movimenti NO-VAX e scienza ufficiale.

Visto che la polemica è entrata nell’agenda di vari schieramenti politici della campagna elettorale, può essere utile analizzare, con un certo pragmatismo, le esperienze fatte in altri Paesi. Molto istruttivo è un servizio pubblicato da Emily Oster e Geoffrey Kocks sulle pagine del NYT, il 16 gennaio. In sintesi, si tratta di un confronto di esperienza tra due Stati Americani, la California e l’Oregon, che negli ultimi hanno adottato due modelli di vaccinazione di massa, opposti.

Con quali risultati?

Dicembre 2014, nel parco Disneyland di Anaheim, in California, 159 visitatori contraggono il morbillo probabilmente contagiati da un turista. Visto la resistenza dei cittadini californiani alla vaccinazione, il governo decide di rendere obbligatorio la vaccinazione. In un paio di anni, tra i bambini delle scuole i tassi di vaccinazione sono aumentati di 20-30 punti.

Più di quanto erano riusciti i reiterati appelli precedenti.

Prima dell’obbligatorietà, in alcuni distretti solo il 13% degli studenti era vaccinato contro il morbillo e i casi di epidemia registrati erano molteplici. Con l’introduzione della legge SB-277 nelle scuole, il tasso medio dei bambini vaccinati è passato dal 60% al 90%.

Nella Community Outreach Academy, che aveva un tasso di vaccinazione del 46%, in un paio di anni è arrivato all'83%. Con una drastica riduzione dei casi di epidemia.

Negli stessi anni, un altro Stato americano, l’Oregon, rendeva più facoltativa la vaccinazione di massa. Così, mentre nel 2000 il tassi degli studenti vaccinati in Oregon era superiore al 95% e, in molti casi, sfiorava il 100%, nel 2015 la percentuale di bambini vaccinati era scesa del 30%. Questi due esempi sono quanto di più eloquente sugli effetti ottenuti, con una differente legislazione in materia, sulla incolumità di massa.

Pubblicate le motivazioni della Corte costituzionale

L’Italia è maglia nera in Europa per i casi di morbillo, con quasi 5 mila casi (39%) su un totale di quasi 13mila casi in tutta Europa, seguita dalla Romania (38%).

Dati pubblicati sull'ultimo bollettino del Centro Europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva messo il nostro Paese nella black list dei Paesi a maggior rischio morbillo.

In questo contesto, a luglio dello scorso anno il Parlamento italiano approva la legge Lorenzin che rende obbligatori 10 vaccini oltre ad altri 4 consigliati e gratuiti ma senza obbligo, per tutti i bambini e ragazzi in età scolare. Le reazioni alla nuova legge non si fanno attendere e il governatore della regione Veneto fa ricorso alla Consulta. A novembre la Corte Costituzionale rigetta il ricorso. Ora sono state pubblicate le motivazioni.

Secondo la Corte, rientra nelle competenze dello Stato poter introdurre, per alcuni vaccini, l’obbligatorietà in quanto questo risponde ai principi fondamentali in materia di tutela della salute, previsto all’art.

117, terzo comma, della Costituzione. Nell’attuale contesto – vedi allarme OMS – l’intervento del legislatore non può essere considerato irragionevole per le condizioni epidemiologiche e le conoscenze scientifiche. Questo non esclude il fatto che, mutate le condizioni, l’attuale norma possa essere rivalutata e riconsiderata.

Con un Twitter la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha esultato ribadendo che anche la Consulta ha riconosciuto la legittimità del provvedimento e che i vaccini sono l’arma più efficace di cui disponiamo per prevenire alcune epidemie. Questo nel supremo interesse dei nostri bambini e della nostra comunità.

Le fa eco la scienziata e Senatrice a vita Elena Cattaneo che si è dichiarata a favore delle leggi sull'obbligo vaccinale.

Gli effetti delle vaccinazioni sono valutate con metodo scientifico, pertanto gli allarmismi e le paure sono del tutto immotivati. Se l'aspettativa di vita aumenta di 3 mesi ogni anno, bisogna ringraziare proprio la disponibilità di antibiotici e vaccini oltre ad un’alimentazione più completa.