Per la calvizie più comune, ovvero quella maschile, al giorno d'oggi esistono dei trattamenti collaudati che sono in grado di arrestare il processo di progressiva miniaturizzazione dei capelli che si rimpiccioliscono perdendo volume fino a cadere, e nei casi più fortunati può esservi anche la ricrescita di nuovi capelli. In tal senso i farmaci più utilizzati sono il minoxidil, che blocca il processo di miniaturizzazione dei follicoli piliferi prolungando la fase di crescita anagen dei capelli e la finasteride che invece agisce sulla causa della calvizie maschile, ovvero la produzione del dht, un potente derivato del testosterone, che ha effetti deleteri sui follicoli che geneticamente ne risultano sensibili.

Tuttavia allo stato attuale non esiste alcun farmaco o trattamento o terapia capace di far regredire a uno stato pre-calvizie.

Calvizie: nuove prospettive di cura

Intanto sempre per rimanere su questo fronte arrivano delle novità interessanti da una ricerca condotta dai ricercatori dell'università di Yokohama in Giappone, che hanno sottoposto i topi un trattamento per far ricrescere i peli sul dorso degli stessi. Ma andiamo a considerare più nello specifico in cosa è consistita questa ricerca.

Calvizie e patatine fritte: la scoperta dei ricercatori

Intanto gli autori di questo studio che è stato pubblicato sulla rivista Biomaterials, per far ricrescere il pelo sul dorso delle cavie da laboratorio hanno utilizzato il dimetilpolisilossano, che viene utilizzato come un additivo antischiumogeno nell'industria alimentare: in particolare in ambito alimentare si utilizza nelle catene dei fast food per evitare che si formino schizzi nell'olio utilizzato per friggere.

Utilizzando questa sostanza chimica i ricercatori hanno potuto coltivare la massa di germi del follicolo pilifero, ovvero si tratta di cellule che agevolano proprio la crescita dei follicoli piliferi. In particolare questi fattori di crescita Hfg (hair follicle germs) svolgono un ruolo molto importante nel contrastare la calvizie.

Attualmente le tecniche di laboratorio in uso consentono di produrne al massimo 50 per volta, i ricercatori giapponesi invece sono riusciti a produrne 5000 e poi a trapiantarli sul dorso dei topi senza pelo. Ebbene sono bastati pochi giorni perché vi spuntassero dei ciuffi di pelo pigmentati di nero. Inoltre questi peli non sono caduti ma hanno seguito lo sviluppo di crescita di un pelo del tutto sano e normale.

L'obiettivo dei ricercatori è di riuscire a migliorare con questa tecnica la terapia generativa dei capelli umani proprio per poter trattare condizioni quali l'alopecia androgenetica, la più comune forma di calvizie che colpisce gli uomini. Tuttavia prima di poter condurre dei test sugli esseri umani bisognerà attendere ancora cinque anni. Pertanto chi volesse sfrenare la sua golosità facendo incetta di patatine fritte non recupererà la chioma perduta.