Non vi è dubbio che la ricerca medica in questi ultimi anni abbia compiuto dei passi in avanti nel trattare patologie gravi, quali i tumori che mettono a rischio la vita dei pazienti. Le terapie di prima linea che vengono utilizzate, ovvero la radio e la chemioterapia, tuttavia non sono esenti da effetti collaterali. Uno degli obiettivi da parte della ricerca è di riuscire infatti a sviluppare dei trattamenti che oltre che a curare le patologia tumorali, non vadano a compromettere o a diminuire la qualità di vita dei pazienti. In particolare emergono delle importanti novità in questo senso per quanto riguarda il trattamento del cancro al seno.
Andiamo a considerare più nello specifico di cosa si tratta.
Cancro al seno: le novità della ricerca
Per le neoplasie al seno, in particolare per il carcinoma mammario metastatico, arriva un nuovo farmaco in grado di contrastarlo efficacemente. Il farmaco in questione si chiama palbociclib, ed è disponibile anche nel nostro paese dopo che l'agenzia italiana del farmaco (Aifa) ne ha autorizzato la rimborsabilità. Allo stato attuale, infatti, non vi sono cure per il cancro al seno metastatico per cui si mira a prolungare la sopravvivenza dei pazienti assicurando una buona qualità di vita. La caratteristica di questo farmaco è che agisce andando a inibire le chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (Cdk 4 e 6) e proprio per questa peculiarità si rivela utile per il trattamento del carcinoma mammario in stadio avanzato localmente o metastatico che sia positivo ai recettori ormonali (hr) ed è utile anche per il trattamento delle patologie tumorali negative al recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 her2.
Tumore al seno in metastasi: nuove prospettive di cura
Il tumore della mammella, quando va in metastasi, come sottolinea Sabino De Placido, che è direttore di Oncologia medica dell'Università degli studi di Napoli Federico II, significa che tramite vasi sanguigni e vie linfatiche ha raggiunto altri organi e tessuti, pertanto le cellule tumorali si sono sviluppate a distanza rispetto alla sede originaria del tumore.
Purtroppo nel tumore metastatico l'obiettivo della guarigione è più difficilmente perseguibile rispetto alle forme tumorali non metastatiche. Pertanto l'obiettivo che si intende raggiungere con l'utilizzo di questo farmaco è di controllare questa forma aggressiva di tumore, facendola diventare una malattia cronica. D'altronde rispetto al passato al giorno d'oggi sono molte di più le donne che riescono a convivere con questa patologia per anni e lo fanno anche preservando una qualità della vita migliore.
Basti solo tener conto che negli anni 70' la sopravvivenza delle donne colpite da questa forma di cancro metastatico non superava i 15 mesi, mentre dai primi anni 2000 il tasso di sopravvivenza ha raggiunto i 58 mesi.