Per curare la propria mente ci sono molti modi: tenerla allenata con giochi enigmistici, fare sport, parlare con persone con idee differenti o fare nuove esperienze sono ottimi modi per mantenere giovane il nostro cervello. Solo raramente però si pensa ad altri fattori che, sebbene siano meno evidenti, spesso sono molto più determinanti, come per esempio l’alimentazione.
Dieta MIND
Lo scorso 25 gennaio durante l’Aternational Stroke Conference 2018 dell’American Stroke Association a Los Angeles un gruppo di medici del Dipartimento di Scienze Neurologiche di Rush ha presentato i risultati di uno studio che correlerebbe un particolare tipo di alimentazione con la diminuzione del decadimento cognitivo.
La dieta si origina dalla commistione fra la nota dieta mediterranea e l’approccio alimentare del metodo DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), entrambi utilizzati in passato per i pazienti in fase di riabilitazione. Da qui il nome MIND: Mediterranean DASH Diet Intervention per il Ritardo Neurodegenerativo
Lo studio è stato condotto su pazienti post-ictus che sono generalmente soggetti a decadimento cognitivo con il doppio della probabilità rispetto ai loro coetanei. Lo scopo è rallentare la neurodegenerativa e, a differenza delle comuni diete, non corrisponde ad un duro regime alimentare, ma anzi sembra rappresentare una tipologia di dieta sana ed equilibrata.
Cosa mangiare?
Almeno tre volte a settimana cereali integrali, una almeno due verdure differenti al giorno oltre a snack a base di noci, fagioli ogni due giorni circa, pollame due volte a settimana e pesce una volta a settimana minimo il tutto accompagnato da un bicchiere di vino.
È invece limitata, ma non proibita, l’assunzione di cibi meno sani come burro, dolci, pasticcini, formaggi fritto o fast food. Ciò soprattutto per evitare i grassi idrogenati che sono il peggior nemico della lotta al declino cognitivo (oltre ad aumentare il rischio eventuale di un nuovo evento ictale). La sua efficacia è inoltre convalidata anche sui cervelli più giovani, sempre per impedire il sopraggiungere di ictus e mantenere le caratteristiche intellettive intatte.
Il risultato della sperimentazione è notevole: le persone più aderenti alla dieta MIND funzionano cognitivamente come se fossero 7,5 anni in media più giovani rispetto al gruppo che non ha seguito o è stato meno aderente al regime alimentare. Ciò soprattutto rispetto agli anziani è un vantaggio considerevole nella lotta alla demenza senile.