Potenziamento del Servizio sanitario nazionale. E' una priorità del ministero della Salute, cha ha intrapreso questa strada mettendo a disposizione delle singole Regioni "un nuovo cruscotto di valutazione dell'assistenza", ha spiegato Beatrice Lorenzin durante la presentazione del nuovo Piano di monitoraggio dell'assistenza sanitaria nel nostro Paese, a Roma, nei giorni scorsi. Pensiero riportato dal sito web del dicastero. La ministra ha evidenziato che con "la misurazione trasparente" e, soprattutto, "condivisa" di quanto accade nelle diverse strutture sanitarie italiane è possibile "contribuire" a dare ulteriore forza al "percorso virtuoso" avviato.
Oggi si punta a "un nuovo modello di governance" in grado di orientare le "decisioni", valorizzando chi è capace di creare "valore" per i pazienti. Evidente soddisfazione nelle parole della ministra relativamente ai conti dell'Ssn, che "abbiamo rimesso in ordine" prima di tutto aumentando e riqualificando "le risorse disponibili", e ai cosiddetti "livelli essenziali di assistenza", definiti in aumento, con la garanzia di "nuove prestazioni e cure migliori". Lorenzin ritiene che sia tutto pronto per "ripensare alla governance in sanità", adeguandola ai cambiamenti del mondo. Mutamenti che avvengono a "una velocità impensabile" rispetto al passato.
Modello per ottimizzare gli investimenti
Alla presentazione del piano di monitoraggio ha partecipato anche Andrea Urbani, il direttore generale della Programmazione sanitaria, che si è soffermato proprio sul profondo cambiamento che sta vivendo in maniera repentina il Servizio sanitario nazionale.
Urbani ha sottolineato che da una gestione basata "sulla spesa storica aggredita", in maniera ciclica, "dai tagli lineari", si sta pervenendo a "un nuovo modello di gestione". In tale contesto, spazio in primis all'analisi epidemiologica, al monitoraggio della spesa e alla programmazione. Si sta cercando di realizzare una nuova "governace", ha ribadito Urbani, con tutti gli attori della Sanità.
Un modello che riesca a ottimizzare in modo efficace tutti gli investimenti, con un innalzamento sostanziale dei livelli di cura e assistenza, nell'ambito di un elenco di priorità con criteri chiaramente oggettivi. Da parte del ministero, inoltre, c'è una scelta strategica precisa: il potenziamento degli sforzi per le malattie di natura cardiovascolare, i tumori al seno e i punti nascita.
I primi dati del monitoraggio
Dall'analisi dei dati del 2016, si legge sul sito web del ministero della Salute, che il 48,3 per cento delle strutture impegnate nell’Angioplastica coronarica transluminale percutanea, Ptca, "non rispettano gli standard". Si tratta di una tecnica di cardiologia interventistica effettuata per la prima volta nel 1977 da un medico tedesco, il dottor Andreas Gruentzing. Balza agli occhi anche un altro dato: solamente il 16,2 per cento delle strutture che operano interventi su tumori alla mammella "sono entro gli standard". Infine, il Il 22,4 per cento dei punti nascita è al di sotto della soglia standard dei cinquecento parti durante l’anno.
Casi e incongruenze
Dal sito del ministero si apprende che i dati raccolti riguardano anomalie "piccole e grandi".
Diversi punti nascita non raggiungono il target dei cinquecento parti. Sotto questa soglia "è dimostrato che i criteri di qualità e sicurezza dell’assistenza risultano meno garantiti". A livello regionale le percentuali dei parti cesarei oscillano fra il 20 e il 59 per cento. Sul trattamento dell’infarto miocardico, diversi reparti specializzati effettuano "poche decine d'interventi". In caso di infarto miocardico acuto, nelle realtà che praticano oltre duecentocinquanta interventi in dodici mesi "cresce l’efficacia delle Ptca". Nelle strutture "sottodimensionate", le cure "sono più costose" per l'Ssn.
Sinergia con le Regioni
Il nuovo piano di monitoraggio, principalmente moderno, che non prescinde dai flussi informativi, scaturisce non solo dalla necessità di ottimizzare gli investimenti quanto dall'opportunità di rendere migliore l'assistenza con una rete ospedaliera che sia efficiente e più razionale.
In tal senso scatta la sinergia con le Regioni, che hanno la possibilità di valutare produttività e performance delle strutture sanitarie. Sono state già inviate agli stessi enti le lettere contenenti "elementi" per l'allineamento dell'offerta ospedaliera a quelle che sono considerate le "migliori pratiche sanitarie". L'obiettivo è quello di potenziare i poli specializzati sulle patologie e le relative cure che hanno un "impatto sociale" di una certa entità.
Le performance
Le indicazioni partono da una verifica dettagliata delle performance. In primo piano il Regolamento riguardante gli standard ospedalieri. Avviato un processo di monitoraggio e di verifica sull’efficienza delle realtà ospedaliere, comprese le strutture private accreditate.
Le informazioni permettono di valutare le performance ospedaliere. Si tratta di dati analizzati con criteri oggettivi, che sono stati validati dalla comunità scientifica. Considerate le specificità territoriali e della popolazione dell'intero bacino di riferimento. Le Regioni saranno informate sulle possibili anomalie dei reparto, dal sottodimensionamento alle sovrapposizioni con altre strutture vicine, prendendo atto dell'obiettivo raggiungibile.