La depressione, definita anche come il male oscuro dell'anima, è una patologia sempre più diffusa nel mondo. Basti solo pensare che nell'intero globo vi sono più di 300 milioni che ne soffrono, 40 milioni in Europa, e 3 milioni solo in Italia. Si tratta di una patologia che se non viene diagnosticata per tempo può portare al suicidio: ed in effetti il suicidio per disturbi depressivi costituisce la seconda causa di morte nella fascia di età dei giovani compresa tra i 19 e i 29 anni. Nello scorso 7 aprile 2017 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in occasione della giornata mondiale della salute ha voluto scegliere proprio la Depressione, quale tema su cui accendere i riflettori.
Pertanto va sottolineato che la depressione può comportare anche effetti invalidanti nella vita di tutti i giorni, compromettendo ad esempio la possibilità di lavorare e in ogni caso di poter vivere una vita normale.
In questo senso il sito web La legge per tutti ha spiegato che anche le persone affette da un disturbo depressivo possono rientrare nelle categorie previste dalla legge 104 de 5 febbraio del 1992 che prevede l'assistenza e l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. On particolare la legge prevede delle tabelle che stabiliscono le percentuali che danno diritto all'invalidità. Andiamo a considerarle più nello specifico.
Le percentuali per avere accesso ai benefici alla legge 104
Ovviamente si tiene conto di diversi fattori che determinano la gravità della patologia. Si parte dalla sindrome depressiva endoreattiva lieve che dà luogo al riconoscimento del 10% di invalidità, la sindrome depressiva endoreattiva media del 25%. L'accertamento dell'invalidità derivante dalla sindrome depressiva endoreattiva grave dà luogo a un riconoscimento che invece oscilla tra 31 al 41%.
L'accertamento della sindrome depressiva endogena lieve dà invece diritto al 30%, quella endogena media dal 41 al 50%, la sindrome depressiva endogena grave prevede un riconoscimento di invalidità dal 71 all'80%. La nevrosi a carattere fobico ossessivo e o ipocondriaca di media entità comporta una invalidità che va dal 21 al 30%.
La nevrosi fobica ossessiva lieve il 15%, se è grave dal 41 al 50%. In caso di nevrosi ansiosa si riconosce il 15% di invalidità. Infine in caso di psicosi ossessiva l'invalidità viene riconosciuta in una misura percentuale che va dal 71 all'80%. Ma come è possibile fare domanda per ottenere l'invalidità sulla base dell'accertamento di questi disturbi depressivi?
Depressione e legge sull'invalidità: come fare domanda
Per accedere ai benefici della legge 104 a seguito del riscontro di una delle sindromi depressive previste dalla legge, bisognerà seguire un iter ben preciso. Intanto il paziente dovrà effettuare la prima visita dal medico curante, che quindi a seguito della valutazione dello stato depressivo del paziente potrà emettere un certificato medico di natura introduttiva, in cui eventualmente specificare l'handicap e l'invalidità corrispondente.
Contrassegnata dal numero di protocollo del certificato, la domanda andrà trasmessa all'Inps per via telematica. La domanda per il riconoscimento di invalidità può essere inviata all'ente previdenziale anche tramite un Contact Center o un patronato. L'Inps, quindi, successivamente, stabilirà l'appuntamento con la commissione medica dell'Asl al fine di accertare la presenza dell'handicap. Se invece la persona affetta da depressione non potesse recarsi alla visita, allora sarà possibile richiederla direttamente al proprio domicilio.