Seguire una dieta non è mai facile, soprattutto per le persone che sono abituate a mangiare molto. Gli intoppi sono molti e spesso ci si ritrova al punto di partenza a dire la fatidica frase: “comincio domani”. Il problema, naturalmente, non sorge nelle persone che desiderano perdere quei due chiletti in più, ma per le persone che combattono con dieta e sport per eliminare venti, trenta, anche cinquanta chili di troppo. In questi casi il problema non è l’estetica o la prova costume che arriva sempre troppo presto, ma la Salute. In questi casi non si perde peso per vedersi meglio, ma per stare meglio.

L’obesità, infatti, può causare diverse malattie che possono condurre anche alla morte: diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione, problemi alle articolazioni etc. Ci sono casi in cui l’aumento di peso è causato da patologie, ma altri in cui la colpa è lo stile di vita condotto. Ci sono diversi motivi che possono spingere una persona a mangiare troppo, tanto da arrivare a parlare di obesità: chi per colpa dello stress, chi per un’alimentazione scorretta, chi per disturbi mentali come la dipenda affettiva etc.

Per aiutare queste persone a perdere peso e, quindi, a vivere meglio è stato condotto uno studio sperimentale che ha avuto degli ottimi risultati.

La ricerca sperimentale

Sono state sottoposte allo studio dieci persone, sui quarant’anni e in prevalenza donne, che avevano un indice di massa corporea oltre trenta.

La procedura usata si chiama crioablazione CT-guidata che, in parole semplici, consiste nel congelamento di tessuti o di nervi, seguito da un lento scongelamento che porta le cellule a morire. Ad avere l’idea è stato David Prologo, un radiologo finanziato da una società che si occupa di tecnologie mediche. Guidati da scansioni TC in tempo reale, si raggiunge con un ago il tronco vagale posteriore, dove si utilizza il gas argon che ha il compito di congelare il nervo in questione, che è uno dei recettori che avvisa il cervello quando lo stomaco è vuoto.

I risultati ottenuti sono stati promettenti. I soggetti, seguiti per circa tre mesi dopo la procedura, hanno mostrato di sentire meno la fame e, di conseguenza, hanno perso peso. L’indice che, all’inizio, era trenta, è diminuito circa dal 4 al 14%. Infine, non si sono riscontrati danni a seguito della procedura.

È un vero successo?

Per quanto i risultati di questo studio siano stati ottimi, la ricerca condotta era solo preliminare per valutare sicurezza e fattibilità. Infatti, per verificarne davvero l’efficacia, adesso bisogna condurre uno studio clinico più ampio, che coinvolga un numero maggiore di soggetti. I limiti riscontrati sono principalmente due: il campione troppo piccolo e la provvisorietà dei risultati. Intanto, David Prologo è contento del successo che ha ottenuto, dal momento che molti programmi, che si pongono come obbiettivo la perdita di peso, finiscono per fallire. Proprio per questo, il suo studio si concentra sulla risposta biologica che il corpo mette in atto, quando lo stomaco è vuoto e l’individuo si sente affamato.

Tramite la procedura da lui ideata, infatti, si cerca di ridurre la forza di queste risposte, ovvero ridurre la sensazione di avere fame.

Certo, è ancora presto per dire se questa ricerca avrà effettivamente successo. In caso l’ottenesse però, potrebbe rivelarsi una forma d’aiuto per le persone con gravi problemi di peso, che faticano a mantenere uno stile alimentare più rigido, imposto dalle diete. Perché se si riesce a seguire e a rispettare la dieta, non solo si ritorna in forma, ma si ritorna anche in salute.