La domanda si rinnova dopo la sentenza del tribunale di Verona che, l'11 aprile 2018, ha emesso l'ordine di archiviazione per la denuncia di diffamazione sporta dal Prof. Nicola Limardo, inventore di un dispositivo per cellulari, nei confronti dell'assocazione di consumatori Altroconsumo. Il caso è curioso e riguarda Skudowave, il nanoprocessore inventato dal Prof. Limardo che, applicato sui telefonini, riduce significativamente gli effetti genotossici conseguenti all’esposizione alle radiofrequenze prodotte dagli smartphone. L'efficacia di Skudowave è stata testata dall'Università di Perugia, Laboratorio di Tossicologia Genetica, Sezione Sanità Pubblica che ha dichiarato il dispositivo (precedentemente denominato Geoprotex) in grado di ricondurre "il danno primario al Dna causato dal telefono in trasmissione a livelli praticamente sovrapponibili a quelli del controllo negativo".

Altroconsumo

Altroconsumo ha ritenuto importante e doveroso mettere in guardia i consumatori dai rischi connessi all'uso dei cellulari fornendo loro una serie di consigli per limitare l’esposizione della testa durante le telefonate ma, in presenza di un dispositivo testato in grado di ridurre significativamente il danno biologico cellulare, ha definito l'applicazione di Skudowave, inutile. Altroconsumo si guarda bene dall'affermare che il dispositivo non funziona, ma ritiene inutile applicarlo perché il danno al Dna della cellula, quello che Skudowave riduce significativamente, potrebbe trasformarsi, ma anche non trasformarsi in una patologia. Qualora le radiofrequenze prodotte dal cellulare a contatto con il corpo causassero una rottura dei filamenti del Dna, detta rottura potrebbe essere infatti riparata dal sistema immunitario e non sfociare in alcuna patologia.

Potrebbe anche non essere riparata e causare, ad esempio, un glioma o un neuroma acustico (vedi ricerca di Lennart Hardell dell'University Hospital di Orebro e Kjell Hansson Mild della Umea University pubblicata su 'Occupational Environmental Medicine').

Danno al Dna non significa malattia

Non è detto che un'alterazione biologica (ad esempio un danno al Dna della cellula) si trasformi in un danno sanitario, cioè in una patologia, ma è certo che ogni malattia si origini da un'alterazione biologica.

Riducendo pertanto in modo significativo il rischio di danno alla cellula, si riduce di conseguenza il rischio di una malattia. Il sistema immunitario è un potente esercito in grado di fronteggiare numerosi attacchi, ma l'inquinamento, lo stress, la scorretta alimentazione etc... possono disarmare la milizia immunitaria non rendendola più perfettamente rispondente.

Una cosa è certa: il cellulare in trasmissione appoggiato alla testa provoca un'alterazione al Dna. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), già nel 2011, aveva classificato le radiofrequenze dei cellulari come possibili cancerogene per l'uomo e, per tramite del suo portavoce, il Prof. Kurt Straif, ha dichiarato che i campi elettromagnetici dei cellulari “alterano i flussi sanguigni cerebrali e che ci sono anche altre alterazioni al Dna”.

Le case produttrici di cellulari scrivono di non tenere lo smartphone a contatto con il corpo (nemmeno in stand by) ma basta guardarsi attorno per vedere bambini, ragazzi e adulti con il telefonino in tasca o attaccato alla testa.

Proteggersi è una scelta

La scelta è totalmente a carico del singolo che, esaminate le numerose ricerche sui pericoli connessi all'uso del cellulare, può:

  • seguire il consiglio di Altroconsumo che ritiene inutile proteggersi dall'alterazione biologica che il cellulare può provocare in quanto tale danno potrebbe non diventare malattia;
  • seguire il consiglio di chi ritiene utile adottare un sistema di prevenzione in quanto, come afferma il Dott. Marinelli, ricercatore del CNR di Bologna oltre che eminenti autorità scientifiche internazionali “non può esserci alcun danno alla salute (malattia) se non è prima preceduto da un’alterazione biologica”.

Nonostante le tre sentenze dei tribunali di Brescia, Ivrea e Firenze abbiano riconosciuto un nesso fra l'utilizzo del cellulare e un tumore al cervello, ancora il Ministero della Salute non ha realizzato la campagna d'informazione, annunciata sette anni fa nella seduta del 15 novembre 2011, sull'uso appropriato dei telefoni mobili. La salute non è delegabile e si conferma un dovere e una conquista personale appannaggio di chi studia e si informa con attenzione e intelligenza.