La carenza di magnesio o ipomagnesemia, si verifica quando in livello nel sangue di tale oligoelemento non supera gli 1,8 milligrammi per decilitro di sangue. Tale carenza non si manifesta immediatamente, ma alcuni dei primi sintomi includono contrazioni muscolari, intorpidimento e formicolio. Se non trattata, l'ipomagnesiemia può causare problemi di salute cronici e diminuire i livelli di altri elettroliti come calcio e potassio. Ma vediamo nello specifico cosa s'intende per carenza di magnesio, quali sono i sintomi e le cause dell'ipomagnesemia e in quali alimenti possiamo trovare quest'elettrolita.

I sintomi della carenza di magnesio

Il magnesio è uno degli elettroliti dell’organismo, minerali dotati di una carica elettrica quando disciolti in liquidi corporei come il sangue, anche se la maggior parte del magnesio presente nell’organismo è priva di carica ed è legata alle proteine o immagazzinata nelle ossa. Poiché il corpo non può produrlo, il magnesio deve essere assimilato mediante la dieta. Il magnesio svolge un ruolo in oltre 300 reazioni enzimatiche e contribuisce in modo significativo a: salute di muscoli e nervi; regolazione della pressione sanguigna; produzione di energia nelle cellule del corpo; sintesi di DNA e RNA. I sintomi di Ipomagnesemia sono spesso sfumati e confusi con altri tipi di problematiche.

Inizialmente possono presentarsi:

  • spasmi, in particolare nei muscoli facciali;
  • debolezza e esaurimento;
  • nausea e vomito;
  • cambiamenti di personalità;
  • tremori riflessi molto pronunciati;
  • stitichezza.

Più tardi la situazione può aggravarsi e possono comparire:

  • contrazioni muscolari;
  • convulsioni;
  • aritmie cardiache, che, in rari casi, possono rilevarsi pericolose.

Le cause della carenza di magnesio

L'ipomagnesemia può verificarsi a causa di:

  • malnutrizione, spesso correlata a bulimia o anoressia, vomito frequente;
  • eccessiva escrezione del magnesio attraverso reni e tratto gastrointestinale;
  • alcolismo: l'eccessivo consumo di alcol può portare a squilibri di elettroliti o sostanze nutritive, facendo sì che il corpo rilasci più magnesio del normale;
  • gravidanza e allattamento: in queste fasi la donna ha un fabbisogno maggiore di magnesio;
  • diarrea cronica: questa condizione può portare ad uno squilibrio degli elettroliti;
  • morbo di Crohn;
  • età: con l'invecchiamento la capacità di assimilare il magnesio diminuiscono;
  • diabete: alti livelli di glucosio nel sangue possono causare un maggior rilascio di magnesio attraverso i reni;
  • insufficienza renale o di altri organi;
  • l'uso di alcuni farmaci: antifungini inibitori della pompa protonica; il chemioterapico cisplatino; l'ormone vasopressina o alcuni ormoni tiroidei; alcuni diuretici.

Magnesio: gli alimenti che lo contengono

Occorrerà dunque individuare, attraverso le opportune analisi e diagnosi mediche, il motivo per cui si è verificata l'ipomegnesemia, spesso associata ad un'altra carenza, l'ipocaliemia (carenza di calcio).

Si potrà dunque ricorrere, in accordo con il proprio medico curante, all'utilizzo di integratori orali o, nei casi più gravi, a somministrazione per via intramuscolo o endovenosa dell'elettrolita carente. Ma una Corretta alimentazione, in assenza di particolari patologie, è di norma sufficiente per mantenere livelli accettabili di magnesio.

Le principali fonti alimentari di magnesio sono:

  • frutta secca: in particolare mandorle, arachidi, anacardi, semi di zucca, semi di chia;
  • legumi;
  • avocado
  • riso e cereali integrali;
  • fiocchi d'avena;
  • cacao amaro;
  • verdure a foglia verde;
  • banane;
  • fichi;
  • datteri;
  • germogli di soia freschi.