Da tempo ormai si parla di un impiego degli insetti nel regime alimentare. Il termine entomofagia sta appunto ad indicare un regime nutrizionale che vede gli insetti alla base dell'alimentazione.

Dal punto di vista antropologico l'entomofagia è una pratica diffusa in alcune popolazioni del nostro pianeta che si basa su particolari gusti, mode, tendenze alimentari o sulla necessità di integrare il fabbisogno nutritivo di proteine. Una delle novità di questo settore è costituita dal latte di scarafaggio, decantato da più parti per i suoi alti valori nutritivi per l'essere umano.

Gli scienziati affermano che il sapore sarebbe del tutto simile al latte tradizionale ma, in quanto altamente proteico e facilmente digeribile, potrebbe diventare nel breve volgere di qualche anno il nuovo superfood del futuro.

Il latte di scarafaggio è in sperimentazione ormai da qualche anno

I ricercatori di Bengaluru in India, sono pienamente convinti che il futuro del cosiddetto superfood stia proprio nelle blatte che, come è noto, sono tra gli insetti più resistenti presenti sul nostro pianeta.

Secondo una ricerca condotta dallo Stem Cell Biology and Regenerative Medicine, lo scarafaggio potrebbe apportare grandi benefici alla Salute dell'essere umano. La ricerca si è focalizzata su di una particolare specie di scarafaggi, denominata Diploptera punctata, originaria di alcune zone del Pacifico, la quale si caratterizza per la sua modalità riproduttiva del tutto simile agli esseri umani.

Tale specie infatti, per riprodursi non depone le uova, come fa la maggior parte degli insetti, ma partorisce esattamente come gli esseri umani e nutre i nascituri con una sostanza lattiginosa composta da grassi, zuccheri e proteine dagli elevati valori nutritivi.

Da anni è noto che il latte di scarafaggio è tra gli alimenti più nutrienti al mondo

Già qualche anno fa, esattamente nel 2016, una ricerca pubblicata sul giornale scientifico dell’International Union of Crystallography aveva documentato che i cristalli del latte di scarafaggio contengono riserve energetiche triple rispetto al più comune latte bovino.

Quanto ai possibili problemi legati ad una sua possibile produzione su larga scala i ricercatori ipotizzano di poter aggirare l'ostacolo isolando il gene di questa proteina. Tale procedura consentirebbe a loro dire di poter successivamente produrre il latte in grossi quantitativi mediante l'impiego di grandi vasche microbiologiche.

Gli scienziati che lavorano su questo superfood sono pronti a scommettere che esso, proprio per questa abbondanza di valori nutritivi e proteine, potrebbe segnare una vera e propria svolta nella lotta alla piaga della malnutrizione infantile presente tutt'ora in alcune zone povere del mondo.